Papa Francesco, vieni in Sicilia!

Sarà una beatificazione che unirà il popolo ecclesiastico e dei credenti con quello dei laici e degli agnostici e persino degli atei. Perché Padre Puglisi non è solo un martire in procinto d’essere beatificato, ma è anche un esempio per il mondo laico, una vittima della prepotenza mafiosa, un simbolo di civiltà e di dedizione sociale che ha sacrificato la vita per valori che sono anche i valori laici e di coscienza civica oltre che religiosi.

Papa Francesco abbraccia un bambino. Foto tratta da www.readiomediaitaly.it.

Già qualche settimana fa ci sono state varie richieste, anche una petizione attraverso i social network, per esortare Papa Francesco a venire in Sicilia in questa occasione. Anche perché il numero delle persone che saranno presenti all’evento ormai imminente, questo sabato 25 maggio alle 10.30, sembra destinato ad aumentare negli ultimi giorni di preparazione. Ci saranno circa 100 vescovi, quasi 1000 tra sacerdoti e diaconi, oltre 200 personalità e 80.000-100.000 fedeli provenienti da tutta Italia e oltre.

Si profila dunque un evento mediatico che è di portata per lo meno nazionale. Ci si chiede: “Potrà Papa Francesco non essere presente alla cerimonia di Palermo?”

Con un annuncio di una settimana fa, Papa Francesco ha escluso questa possibilità indicando quale primo viaggio italiano una visita in Sardegna per visitare il santuario della Madonna di Bonaria, che domina dall’alto Cagliari.

Eppure, monsignor Salvatore Pappalardo, arcivescovo di Siracusa, intervistato dalla Radio Vaticana a margine della visita “ad limina” compiuta  ieri dalla Conferenza Episcopale Siciliana, ha detto che Papa Francesco ha esortato la Chiesa siciliana “a dare una testimonianza più chiara e più evangelica e ci ha raccomandato di stare molto vicini alla nostra gente. Ha anche ripetuto quella frase: ‘Abbiate l’odore delle vostre pecore’”.

Il cardinale Bagnasco, presidente della CEI, ha anche dichiarato: “Le chiese del nostro Meridione continuano intrepide la loro lotta per la vita, che vuol dire anche ‘cultura della legalità’. E’ una missione faticosa e irta di ostacoli, osteggiata dalla malavita che continua a lucrare sulle difficoltà di quelle splendide terre.” Il che sembra un chiaro riferimento all’insegnamento soprattutto di Don Pino Puglisi, aggiungendo, d’altronde, che “L’intero episcopato si rallegra, infine, per l’imminente beatificazione di don Pino Puglisi, dell’arcidiocesi di Palermo, grande educatore e coraggioso testimone della fede fino al sacrificio della vita”.

Padre Puglisi, foto tratta dal sito dell’Arcidiocesi di Palermo

Inoltre, sin dalla prima apparizione il giorno dopo l’elezione, Papa Francesco ci ha abituati a scelte non sempre programmate e aderenti al protocollo, come quando alla prima messa a Roma ha cambiato strada ed è andato verso i fedeli ad abbracciarli. Dunque, non si può escludere la scelta dell’ultimo momento di Papa Francesco nel venire a Palermo questo Sabato.

Dal canto suo, l’Arcidiocesi di Palermo, pubblica nel proprio sito regole e informazioni per partecipare alla cerimonia di beatificazione, precisando che non sarà possibile mostrare striscioni e cartelli. Ecco le informazioni dell’Arcidiocesi: “Sarà possibile accedere al Foro Italico Umberto I a partire dalle h. 7.30. L’ingresso al  Foro Italico Umberto I è assolutamente gratuito”

Seguono indicazioni specifiche per la partecipazione dei religiosi e dei gruppi di fedeli e infine, continua il messaggio nel sito ufficiale dell’Arcidiocesi di Palermo: “Nel corso della Celebrazione non sarà consentito che i gruppi esibiscano striscioni, cartelli, poiché ciò non è consono con il clima di preghiera della Celebrazione stessa.”

Probabilmente non sarà facile far rispettare questa “consegna”. La cerimonia di beatificazione di Padre Puglisi riveste infatti un forte valore simbolico per quanto riguarda la lotta alla mafia, sia essa d’origine religiosa sia essa d’origine laica. E si svolge in un momento in cui la povertà e l’esclusione, vero humus di crescita di tutte le criminalità e della mafia in particolare, sono in preoccupante aumento, senza che l’amministrazione regionale nazionale, e tanto meno quella europea, pongano fine ai sacrifici dei siciliani e dei palermitani in particolare. La società siciliana va verso quella marginalizzazione, fisica, materiale e spirituale, contro la quale Don Puglisi ha lottato offrendo anche la propria vita.

Papa Francesco, con la sua disarmante bontà, con la sua voce che produce emozione al solo ascoltarla, saprebbe come fare e cosa dire per ridare speranza a una terra sin troppo martoriata. Una terra, la Sicilia, che, posta al centro di un mondo mediterraneo in ebollizione e in profonda crisi, abbandonato a se stesso da un’Europa matrigna e insensibile a qualsiasi istanza che non sia quella dell’obbedienza al dio-denaro, rappresenta un simbolo e una difficile frontiera, al tempo stesso un baluardo della fede cristiana e della lotta civile contro la mafia: quella stessa ragione di vita e di sacrificio di Don Puglisi.

Per questo motivo, preghiamo Papa Francesco: vieni in Sicilia per la beatificazione di Don Pino Puglisi.

Gabriele Bonafede

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