Papa Francesco nel mirino della mafia finanziaria? Il Vaticano smorza l’allarme

INTERVISTATO DA UN QUOTIDIANO ARGENTINO, IL PM DI REGGIO CALABRIA, GRATTERI, PARLA DEI RISCHI CHE CORRE QUESTO PAPA PER LE SUE DENUNCE. LA GENDARMERIA VATICANA RIDIMENSIONA

Papa Francesco nel mirino della mafia finanziaria?  La notizia, per quanto brutta, non sorprenderebbe. Questo Pontefice, infatti, sta incarnando la voce della protesta dei popoli affamati da politiche oligarchiche e dissennate. Lo sentiamo ogni giorno tuonare contro ingiustizia sociale, tangenti e via dicendo.

Se poi a lanciare l’allarme è un Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, notoriamente equilibrato, come Nicola Gratteri, la preoccupazione cresce, anche se il Vaticano, oggi, ridimensiona.

Che è successo?  Intervistato dal quotidiano argentino La Nacion, Gratteri ha detto: Questo Papa è sulla strada giusta. Ha da subito lanciato segnali importanti: indossa il crocifisso in ferro, rema contro il lusso. È coerente, credibile e punta a fare pulizia totale”.

Nulla di strano sin qui, se non il fatto che queste cose non piacciano assolutamente “alla mafia finanziaria che investe, ricicla denaro e che per anni si è nutrita delle connivenze con la Chiesa”. E ancora:

“Chi finora si è nutrito del potere e della ricchezza che derivano direttamente dalla Chiesa è nervoso, agitato. Papa Bergoglio sta spostando centri di potere economico in Vatican.

Non so se la criminalità organizzata sia nella condizione di fare qualcosa – precisa il magistrato– ma di certo ci sta riflettendo. Può essere pericoloso”.

Insomma, considerazioni che, se fatte da un cittadino qualunque, sono normali ansie. Fatte da un Pm di Reggio Calabria, assumono un altro sapore amaro.

In ogni caso, il Vaticano tende a ridimensionare l’eventuale allarme: ”Non vedo minacce precise contro il Santo Padre in questo momento, al contrario vedo tanto affetto per il Papa da cattolici e non”  ha detto Domenico Giani, comandante della Gendarmeria Vaticana.

Secondo Giani, quella di Gratteri,  “è un’analisi di carattere generale con la quale mi trovo d’accordo, ma solo in parte”.

”Francesco parla contro la corruzione, definendola come qualcosa di peggio di un peccato, ma il tema della corruzione- sostiene Giani-  era già rilevante nella catechesi di Giovanni Paolo II – si ricordi il suo storico discorso in Sicilia – e di Benedetto XVI, che quando ha visitato Palermo ha voluto fermarsi nel luogo dove si ricorda l’attentato che uccise il giudice Giovanni Falcone”.

Speriamo bene.

(nella foto di Mauro Seminara, Papa Francesco a Lampedusa, Luglio 2013)

 

 

Redazione

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