NINO GERMANA (PDL): A MESSINA CREEREBBERO SOLO AREE DI DEGRADO ECONOMICO E SOCIALE
Mi piacerebbe capire come nasce questo progetto delle tre aree metropolitane della Sicilia. Ho appreso dai giornali che la Giunta regionale avrebbe già approvato il disegno di legge che le istituisce. Leggo che oltre cinquanta Comuni verranno trasformati in Municipalità. Mi chiedo e chiedo: questa iniziativa parte dal basso? I Sindaci dei Comuni che dovrebbero scomparire sono stati coinvolti? A me non risulta.
Inizia così la chiacchierata con Paolo Amenta, presidente dellAnci Sicilia (Associazione nazionale dei comuni italiani) e Sindaco di Canicattini Bagni, Comune della provincia di Siracusa.
Iniziativa così importanti dovrebbero partire dal basso – ci dice Amenta -. Coinvolgendo i Sindaci e, soprattutto, i cittadini. La mia sensazione, invece, è che il Governo regionale abbia fatto tutto senza sentire lesigenza di confrontarsi democraticamente con i protagonisti di un passaggio storico così importante. E questo mi sembra assurdo, oltre che politicamente sbagliato.
Non convince nemmeno laspetto sociale di queste aree metropolitane raffazzonate. Già le periferie di Palermo, Catania e Messina sono un serio problema. Vogliono trasformare questi cinquanta Comuni in nuove periferie abbandonate?.
Detto questo – aggiunge il presidente dellAnci Sicilia – mi piacerebbe capire chi si occuperà della questione finanziaria degli enti locali siciliani. Ci arrivano gli echi di imminenti liberi consorzi di Comuni e delle già citata aree metropolitane di Palermo, Catania e Messina. Vorrei porre un paio di domande. Primo: chi pagherà i debiti delle Province regionali siciliane? Tra mutui, debiti fuori bilancio e altro ancora siamo intorno ai 2 miliardi di euro. Pagherà la Regione? Pagherà lo Stato? Appiopperanno nuove, pesantissime tasse ai cittadini siciliani?.
Anche per i Comuni – aggiunge Paolo Amenta – la situazione non mi sembra molto semplice. Se non sbaglio, alcuni dei Comuni che dovrebbero entrare a far parte delle tre città metropolitane della nostra Isola sono indebitati con gli Ato rifiuti. Chi pagherà questi debiti? E chi pagherà gli altri debiti degli stessi Comuni? La mia impressione è che si programmano leggi senza nemmeno conoscere la realtà che si amministra.
Sullaccorpamento dei Comuni registriamo anche una presa di posizione del parlamentare regionale del Pdl, Nino Germanà.
Laccorpamento dei tredici Comuni del Messinese nellarea metropolitana del capoluogo, proposta dallassessore Patrizia Valenti, oltre a mortificare e cancellare irrimediabilmente la connotazione e la storia di queste comunità, dà il colpo di grazia ai servizi da rendere ai cittadini.
Come si può, infatti – continua il parlamentare – pensare di gestire aree periferiche, che distano chilometri dalla città di Messina, con problemi completamente diversi e stabilire l’accorpamento con il solo criterio di metterci dentro i tredici Comuni del distretto sanitario di Messina ne uno più ne uno meno? Spesso la città di Messina ha incontrato grandi difficoltà a gestire le sei circoscrizioni, figuriamoci paesi lontani chilometri!.
Vorrei ricordare allassessore Valenti – aggiunge Germanà – che nel 2005 il distretto Sanitario di Messina (quindi Messina insieme ai 13 Comuni in questione) ha avuto un finanziamento di 18 milioni di euro che ancora non sono stati spesi e questo comporterà certamente problemi e penalità sui futuri bandi dellUnione europea. Per non parlare dei risvolti sociali: questi Comuni si trasformerebbero da luoghi dove si vive una dimensione più umana, dove il costo della vita è più ridotto e sono spesso il rifugio di chi fugge dalla città, a aree periferiche abbandonate, condannate sicuramente al degrado.
Sarebbe più saggio – conclude Germanà – accorpare i piccoli Comuni, troppo piccoli per stare soli, e ascoltare la voce dei Sindaci che sono tutti i giorni in trincea a combattere con i problemi dei cittadini e con i problemi che stanno creando questo Governo, l’assessore Valenti e il suo partito di riferimento, l’Udc.
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