Non c’è pace per i panificatori in terra di Sicilia. Un nuovo decreto, a firma dell’assessore alle Attività produttive Mimmo Turano, entra nuovamente nel merito dell’attività di panificazione, confermando di fatto quanto stabilito nei decreti precedenti. Che in Sicilia esista l’obbligo di non panificare un giorno a settimana, a turnazioni stabilite dai Comuni, lo sanno davvero in pochi. Soprattutto nelle grandi città, dove gli esercizi commerciali nella maggior parte dei casi rimangono aperti sette giorni su sette. Con l’aggravante della grande distribuzione che resta fuori dall’obbligo di chiusura perché, come recita il primo articolo del decreto Turano, per attività di panificazione si intende «l’intero ciclo di produzione, dalla lavorazione delle materie prime alla cottura finale, con l’esclusione della mera doratura, rifinitura o cottura di un prodotto surgelato o semilavorato». Insomma, i grandi ipermercati, che spesso vendono le classiche baguette precotte e surgelate, sono esenti da qualsivoglia regolamentazione.
C’è di più: il nuovo decreto, che impone la chiusura nelle prima e terza domenica del mese più altri due giorni a scelta nel corso delle restanti settimane, e delega ai sindaci il compito di regolamentare le turnazioni nei territori comunali, sospende di fatto la possibilità del riposo settimanale nel periodo estivo (dal 16 giugno al 30 settembre). Una decisione che ha fatto insorgere le organizzazioni datoriali, da tempo impegnate nella battaglia per concedere un po’ di riposo ai panettieri siciliani, che ogni notte si svegliano alle 2, alle 3, alle 4 del mattino per garantire un prodotto fresco ai proprio clienti. Così ecco che Cna, Confartigianato, Casartigiani, Claai e Confesercenti si dicono pronte a dichiarare nuovamente guerra al governo regionale: «Ancora una volta – dicono – l’assessore Turano mortifica gli interessi e le richieste degli operatori del settore, ignorando la rappresentanza sindacale».
La nota che maggiormente stona, secondo le associazioni di categoria, è quella legata alla sospensione delle turnazioni nel periodo estivo: «Pur comprendendo e condividendo lo spirito della novità introdotta – tuonano – la nuova formulazione di fatto espropria i sindaci, che guidano i Comuni riconosciuti ad economia turistica, di una importante prerogativa: le loro funzioni vengono sostituite da una indiscriminata, perentoria ed imperativa disposizione assessoriale, valevole su tutto il territorio regionale, che consente a tutte le amministrazioni, a prescindere dalla vocazione, di modificare o sospendere l’obbligo di chiusura dell’attività di panificazione nel periodo estivo quando è comprovata una maggiore affluenza di persone e visitatori. Ma non finisce qui. Perché questa novità si trasforma in una stridente contraddizione nel momento in cui, nelle premesse, il decreto parla di “necessità di garantire il riposo settimanale e/o domenicale, la salute ed il godimento dei diritti civili degli operatori del settore”». Insomma, le organizzazioni dicono: nel periodo estivo, l’assessore Turano «ha inteso sospendere anche la necessità di garantire il riposo settimanale e il godimento dei diritti civili degli operatori del settore?».
Ma a replicare all’atto di accusa delle organizzazioni datoriali è lo stesso primo inquilino delle Attività Produttive, secondo cui «di indiscriminato e perentorio c’è solo il giudizio, anzi il pregiudizio, di alcune associazioni di categoria che sul tema dell’attività di panificazione si ostinano ad interpretare il ruolo dei bastian contrari. Il nuovo decreto – sottolinea Turano – non è un editto come qualcuno vorrebbe fare credere, ma un provvedimento di buonsenso che, pur avendo dei chiari punti fermi, è improntato ad una flessibilità responsabile che tiene conto delle esigenze specifiche dei territori e affida ai sindaci, di concerto con le associazioni di categoria, la possibilità di predisporre una turnazione ad hoc».
Intanto l’estate è alle porte, i sindaci dovranno a stretto giro predisporre le eventuali turnazioni estive e nell’attesa i panifici resteranno chiusi la domenica. Oppure alzeranno comunque la saracinesca, consapevoli del rischio di incorrere in sanzioni salatissime.
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