Desiderio di vendetta. Sarebbe questo il movente che ha portato tre giovani floridiani, un 18enne e due 17enni, a uccidere il panettiere Sebastiano Sortino a Floridia. «Nuccio, così lo chiamavano tutti gli amici, era un componente del direttivo dell’associazione antiracket di Solarino e Floridia che noi avevano fortemente voluto per la sua onestà». Così a Meridionews, Paolo Caligiore, coordinatore dell’associazione antiracket provinciale.
Secondo quanto emerso dalle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Siracusa e dalla Procura dei Minorenni di Catania, e svolte dai carabinieri di Floridia in collaborazione con il nucleo investigativo del comando provinciale e dell’aliquota operativa della compagni di Siracusa, venerdì notte intorno alle 2.30 i tre giovani si sono recati al panificio. Era loro abitudine, a quell’orario, andare per consumare cornetti e pizzette appena sfornati spesso senza pagarli.
Irriverenti e irriguardosi come sempre iniziano a fare chiasso e spintonarsi all’interno del locale, fino a urtare il sacco con il pellet utilizzato per accedere i forni. Non contenti, iniziano a tirarsi l’uno contro l’altro questi pezzettini di pellet. La confusione aumenta ed è per questo che uno dei dipendenti del panificio decide di chiamare al telefono il titolare che, in quel momento, si trovava ancora a casa. Sortino, raggiunto il panificio, trova i tre ragazzi seduti sui gradini all’esterno ed esasperato li allontana in maniera decisa con parole dal tono non più garbato come suo solito ma, questa volta, forte pur senza usare nessun tipo di violenza.
Riportata la calma, Sortino si rimette in macchina per tornare nella sua abitazione. Come si vede chiaramente dalle immagini di un sistema di videosorveglianza, Sortino incontra i ragazzi a bordo dello stesso scooter all’incrocio successivo a quello del panificio. È li che questi, con un evidente gesto del braccio, lo sfidano. «Vieni avanti, fatti vedere, affrontaci». Questo sembra dire quel gesto emblematico fatto da giovani che, per provenienze di origine, hanno un atteggiamento di dominio e di controllo del territorio. Il panettiere non risponde alla loro provocazione, ma li ignora e continua ad andare per la sua strada.
«Non era uno di quelli che aveva paura – commenta Caligiore – e non aveva già denunciato questi tre bambinetti, che volevano dimostrare di essere piccoli boss crescono girando armati, solo perché lui era un padre di famiglia e li considerava solo tre ragazzini».
Il delitto, però, avviene pochi minuti dopo le 3 all’incrocio fra via Boschetto e via Foscolo. Sei i colpi esplosi – uno dei quali raggiunge mortalmente la vittima – da una pistola berretta calibro 6.75 che è stata ritrovata poi, in un vasto terreno incolto in territorio floridiano, su indicazione di uno dei due minorenni, che era già in possesso dell’arma e la portava con sé anche quella sera. A sparare è l’altro ragazzo minorenne che, dopo un interrogatorio durato fino alla tarda sera di ieri, ha detto che la sua intenzione era quella di spaventare Sortino sparando contro la macchina. I ragazzi che non hanno materialmente commesso il delitto, subito dopo sono andati a Siracusa chiedendo un passaggio a un conoscente incontrato per caso, che ha poi riferito che, già durante il tragitto in macchina, i due commentavano quanto accaduto forti dell’idea di dichiararsi estranei.
Omicidio volontario in concorso, porto di munizioni e di arma clandestina con matricola abrasa. Sono questi, invece, i reati contestati ai tre giovani floridiani, residenti tutti nello stesso condominio, che erano già monitorati e noti alle forze dell’ordine per i loro precedenti reati di guida senza patente, ricettazione, lesioni personali e porto d’armi. Al termine delle formalità di rito, i due minorenni sono stati portati al centro di prima accoglienza per minori di Catania; mentre il maggiorenne, Dylan Foti, classe 1997, è stata accompagnato alla casa circondariale Cavadonna di Siracusa.
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