Si fa un po’ più vicina l’iscrizione dell’itinerario arabo-normanno di Palermo, Monreale e Cefalù alla lista dei beni patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Il ministero dei Beni culturali, infatti, ha ricevuto la positiva valutazione della candidatura da parte dell’Icomos, l’International Council on Monuments and Sites, un’organizzazione internazionale non governativa che fornisce all’Unesco pareri sui siti culturali adatti a entrare nella World Heritage List. Dell’Icomos fanno parte ben 9.500 membri individuali in 144 Paesi, 110 comitati nazionali e 28 comitati scientifici internazionali.
«La valutazione positiva dell’Icomos – dice a Meridionews l’assessore comunale alla Cultura, Andrea Cusumano – riconosce l’itinerario arabo-normanno quale simbolo dell’integrazione culturale di questa città. In un momento così delicato per quanto riguarda il tema dell’immigrazione, questa candidatura rappresenta un segnale, favorisce l’integrazione fra le diverse culture presenti in città. Questa amministrazione ha promosso in tutti i modi il dialogo fra le culture, si pensi al convegno Io sono persona o alla Consulta. Al di là dell’importanza della storia di questi monumenti, credo che in un momento difficile come questo la candidatura abbia un risvolto simbolico significativo».
L’itinerario, promosso dalla Regione siciliana e dalla Fondazione Patrimonio Unesco Sicilia, si regge su sette complessi monumentali di Palermo – tra i quali Palazzo dei Normanni e la Cappella Palatina, San Giovanni degli Eremiti e la Zisa – e le due cattedrali di Cefalù e Monreale. La raccomandazione dell’Icomos può rappresentare un decisivo trampolino di lancio ai fini dell’iscrizione. Il verdetto, che a questo punto si spera possa essere solo una conferma, uscirà dalla riunione del Comitato del Patrimonio Mondiale dal 28 giugno all’8 luglio a Bonn. «Il successo della candidatura – sottolinea Cusumano – avrebbe ricadute economiche importanti, a partire dalla maggiore visibilità dei monumenti, senza contare i percorsi di riqualificazione degli spazi adiacenti. L’impatto sulla capacità attrattiva di Palermo sarebbe notevole, pur se non quantificabile. Siamo in attesa, in silenzio e con fiducia».
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