Torna a Palermo dopo 24 anni. Guido Longo da oggi è ufficialmente il nuovo questore della città, il suo insediamento è stato questa mattina. Le sue parole sono state indirizzate in gran parte ai commercianti ancora oggi sotto la piaga del pizzo. «Non pagate più – ha detto mandando un messaggio proprio a loro -. Chi paga lo farà a vita e finché lo farete vorrà dire che vi siete arresi». Le parole di Longo poi si sono spostate verso le forze dell’ordine «Bisogna fare fronte unico per combattere in modo efficace la criminalità organizzata, per rimarcare la vicinanza dello Stato ai cittadini perchè – continua – è quella criminalità diffusa il brodo in cui la mafia prende piede, tutto quello che è criminalità, anche la corruzione. Se contrastiamo questi fenomeni togliamo molto a quel mostro che è la mafia. Farò di tutto perchè i cittadini sentano vicina la Polizia e attraverso di noi lo Stato. Solo così si può instaurare un rapporto di collaborazione che e’ la base anche per il contrasto alla criminalità organizzata».
Non è mancato il riferimento alla lotta alla mafia e alla protezione dei magistrati in prima linea e maggiormente esposti, ai quali ha assicurato che sarà garantita la massima protezione. «Faremo tutto ciò che e’ nelle nostre possibilità senza nessun cono d’ombra». Poi, sulla latitanza del boss Matteo Messina Denaro ha affermato: «Anche su questo faremo quel che è possibile fare. Sara’ proseguito il lavoro fin qui svolto”
Sulla città ritrovata, una Palermo chiaramente diversa da 24 anni fa, ha detto «E’ cambiata in meglio, non in peggio. C’è maggiore coscienza delle problematiche che attanagliano questa città e questa provincia. La mafia si sa che cos’è e si cerca di combatterla quotidianamente, bisogna proseguire in questa battaglia. Bisogna lottare contro l’illegalità diffusa che alimenta la mafia, la ‘ndrangheta e la camorra».
Il nuovo questore, 61 anni, è stato a lungo a Palermo, prima alla Squadra mobile come dirigente delle sezioni narcotici e omicidi e poi come vicecapo della Squadra Mobile quando questa era guidata da Arnaldo La Barbera nel periodo caldo delle stragi di mafia, a cavallo dei primi anni ’90, dopo è stato questore a Caserta e Reggio Calabria.
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