Palermo, ricostruiamola partendo dal basso

Volevo soffermare l’attenzione su dei particolari che, a mio avviso, sono utili a capire come meglio cominciare ad interagire fra noi, e quando dico noi intendo persone e individui di buona volontà e leali che hanno a cuore le sorti politiche della propria comunità o città. Intanto: è importante che le persone più attive si uniscano? Non ho dubbi. L’esigenza nasce dal vuoto politico che c’è, ne è una prova evidente la quasi totale mancanza di servizi all’interno del tessuto cittadino.

Si parla tanto di partecipazione attiva dei cittadini, di democrazia che deve ripartire dal basso, del tentativo di riconnettere l’azione politica con i vari settori e fasce sociali più o meno deboli e d’informazione libera, perché dall’informazione può nascere una nuova coscienza civica. La partecipazione attiva dei cittadini è una speranza che abbiamo tutti, ma per vederne realmente i frutti, non è assolutamente necessario formulare pareri e teorie a fiumi sull’argomento.

L’esempio di persone che si muovono è come una calamita che attrae e non parlo solo di gesti eclatanti come magari una manifestazione o un’assemblea, anche gesti semplici e all’apparenza banali. Quindi solleciterei a chi ha delle idee, delle proposte, delle iniziative, che hanno solamente lo scopo di rendere visibile la partecipazione di cittadini alla vita pubblica della città, a manifestarle.

La costruzione di una città migliore deve ripartire dal basso. Niente di più vero. Vi è la necessità che ciascuno di noi, oggi più di ieri, lasci egoismi e prese di posizione nette e dia spazio e fiducia a persone che realmente la meritino.

Ricomporre l’azione politica coi vari settori e fasce sociali è qualcosa di nobile, ma che col tempo è sbiadito. Una volta si combatteva per un ideale, un colore, un’idea. Oggi non esistono più le ideologie. I partiti sono come svuotati. E lo vediamo anche noi nel nostro piccolo con i nostri politici che ogni giorno cambiano casacca e vanno la dove tira il vento favorevole. L’azione politica tende a soddisfare i bisogni di alcuni, e quando sembra giusta e collettiva spesso si risolve in un ritorno di immagine per il politico che l’ha promossa.

Se allora è vero che non esistono più le ideologie, per riappropriarsi della vera politica e cominciare a parlare con un linguaggio unitario, non possiamo fare a meno di fare un passo indietro e cominciare a parlare prima che da politici, da uomini. Il momento storico ci impone di cercare le nuove radici e le nuove parole per l’agire politico dentro di noi, dentro quello che siamo ed in quello in cui speriamo. Questo è un passo importante che può collegare, connettere, interagire anime diverse, speranze diverse, uomini, donne e giovani di tutte le età ed estrazione. In questo passaggio profondo sarà facile trovare motivi e ragioni per unirsi e continuare ad interessarci della nostra comunità e della nostra città.

Non perdiamoci più in chiacchiere. E’ arrivato il momento di guardarsi negli occhi. Tutti. Cittadini di destra, sinistra, centro, movimenti, associazioni … tutti. Ed insieme è necessario trovare parole e gesti nuovi che scardini un sistema fatto di lobbies, di immagine, di un sistema auto-referenziale che soddisfa solo i componenti che vi appartengono.

Michele D Amico

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