Palermo ricorda Padre Pino Puglisi ucciso 23 anni fa Artale: «Il centro è uno solo ed è quello di Brancaccio»

Sarà il momento della gioia e dell’impegno in ricordo di Padre Pino Puglisi. La Festa con 3P, ricordando il modo in cui si firmava,  è la manifestazione organizzata dall’Arcidiocesi di Palermo nel XXIII anniversario della morte per mano mafiosa del sacerdote-martire. Una festa musicale aperta a tutti che si terrà stasera dalle 20.30 nel piano della Cattedrale di Palermo. Non sarà uno spettacolo qualsiasi in quanto la condizione posta agli artisti è stata di riconoscersi proprio nel prete di Brancaccio. Parteciperà anche un gruppo di ragazzi detenuti nel carcere minorile di Trapani, che hanno chiesto di partecipare all’evento spendendo in questo modo il permesso di libera uscita che hanno a disposizione.

Tra i numerosi eventi in programma, nella mattinata è prevista anche l’iniziativa Un Fiore per il Beato Giuseppe Puglisi organizzata dal Centro di Accoglienza Padre Nostro Onlus e dalla Parrocchia San Gaetano. Saranno presenti oltre 600 ragazzi, studenti, volontari e insegnanti provenienti da nove scuole palermitane che, al termine di un breve momento di preghiera, lasceranno un fiore sulle spoglie del Beato Giuseppe Puglisi Martire.

Proprio quest’anno, in occasione della presentazione della festa in memoria di don Puglisi, l’Arcidiocesi ha annunciato l’intenzione di realizzare un nuovo centro di documentazione dedicato a Puglisi. Padre Francesco Michele Stabile, il parroco antimafia per anni alla guida della comunità San Giovanni Bosco alla periferia di Bagheria e l’idea, ha rivelato che «la richiesta è partita dal basso, ma è stata subito accolta con entusiasmo dall’arcivescovo Lorefice che l’ha subito sposata». Una annuncio, tuttavia, che ha lasciato perplesso il presidente del centro fondato da Puglisi nel 1993, Murizio Artale.

«Siamo disponibili a qualsiasi iniziativa – spiega -, ma il centro è uno solo ed esiste già, ed è quello fondato da Puglisi. Lui ha messo in scacco la famiglia mafiosa del quartiere e per questo è stato ucciso. Chi vuole fare altre cose ben venga, ma se in questi anni sono stati scritti tanti libri sulla sua vita, vuol dire che qualcuno ne ha mantenuto vivo il ricordo e noi questo lo facciamo da 23 anni. Poi, se qualcuno si è svegliato oggi e vuole fare qualcosa siamo felicissimi, ma il tavolo di lavoro deve rimanere Brancaccio. Occorre potenziare le attività del nostro centro: vanno bene le conferenze stampa, le tavole rotonde, gli studi ma serve lavorare per questo quartiere, come faceva Puglisi altrimenti rimangono solo parole». 

Antonio Mercurio

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