Palermo, rendiconto 2011, i disastri della giunta Cammarata

Ha fatto la sua comparsa a Sala delle Lapidi, sede del Consiglio comunale di Palermo, il rendiconto dell’anno 2011. Si tratta del bilancio consuntivo che riguarda la gestione della precedente Amministrazione comunale guidata da Diego Cammarata.

A renderlo noto è Nadia Spallitta, presidente vicaria del Consiglio comunale di Palermo.

Le entrate ammontano a 980 milioni di euro a fronte di spese pari a 919 milioni di euro. In particolare, si registra un incremento delle entrate tributarie (che ammontano a 225 milioni circa), con conseguente aumento della pressione fiscale (con una differenza percentuale del 13%).

Ad esempio, il gettito per abitante della Tarsu passa da 195,26 euro del 2010 a 212,87 del 2012. E di questo i cittadini palermitani debbono ‘ringraziare’ (si fa per dire) Cammarata e il Pdl.

Cresce l’Ici rispetto al 2010 di circa 1 milione di euro. Si registra anche un incremento dei trasferimenti statali ed una riduzione dei proventi dei beni dell’ente. Nello specifico, risultano ridotti i proventi da canoni di concessioni di spazi ed aree pubbliche, che ammontano per tutto il territorio a solo 1 milione di euro.

Allo stesso modo inadeguate sono le entrate collegate ai servizi a domanda individuale, che prevedono la copertura delle spese solo nella misura del 22% (per esempio, i costi degli impianti sportivi sono di 4,3 milioni, le entrate che ne derivano 460 mila euro). O, ancora, i costi per musei e spazi espositivi sono di 2,4 milioni, con un’entrata irrilevante di soli 100 mila euro.

Nessuna voce in entrata si registra, inverosimilmente, in relazione a fondi e finanziamenti europei. Palermo, seguendo la ‘filosofia e la prassi’ del Governo regionale retto da Raffaele Lombardo, non ha utilizzato le risorse dell’Unione Europea. Altra ‘perla’, questa, dell’Amministrazione Cammarata. In una città come Palermo, con la disoccupazione alle stelle, non avere richiesto e speso i fondi europei costituisce un delitto contro i cittadini e, soprattutto, contro i giovani che, dall’utilizzazione di queste risorse finanziarie, avrebbero potuto trovare occasioni di lavoro. 

Con riferimento ai costi, una delle principali voci di spesa riguarda il personale (per una somma di 278 milioni di euro per circa 9.000 dipendenti comunali), sia pure con un decremento pari la 5% rispetto al 2010. Sull’argomento è intervenuta anche la Corte dei Conti, chiedendo di verificare il rispetto dei limiti di legge, anche in relazione al fatto che attualmente questa spesa rappresenta il 40% della spesa corrente (in un bilancio consolidato si attesterebbe al 46% ). Inoltre i Revisori segnalano che nel 2011 c’è stato un superamento illegittimo , rispetto ai limiti di legge, per spese di rappresentanza e missioni.

Decresce notevolmente la spesa in conto capitali e per investimenti: nell’anno 2011 sono stati impegnati solo 38 milioni rispetto ai 190 milioni del 2010. Si tratta di investimenti per lo più per la realizzazione delle opere pubbliche, un volano per la crescita economica che è mancato del tutto in città. La Palermo di Cammarata e del Pdl, insomma, non ha investito nel futuro della città.

Una delle maggiori voci di spesa è anche quella relativa alle prestazioni di servizio (382 milioni, di cui 290 milioni circa per le società partecipate, 14 milioni circa di fitti passivi, 6 milioni circa per il Teatro Massimo e Biondo).

Le principali criticità segnale dal Collegio dei Revisori riguardano i debiti fuori bilancio, pari a circa 32 milioni di euro, in deroga alle norme di contabilità.

Rimane altresì irrisolto il problema dei residui attivi (al 31 dicembre 2011 pari a 1 miliardo e 350 milioni, con alto grado di vetustà, i primi risalgono al 1983 ). Lo stesso dicasi dei residui passivi ( pari a 1 miliardo e 391 milioni di euro, i primi risalenti al 1980).

Ugualmente senza risposte sono rimaste, per il 2011, le perdite strutturali di Gesip, Amat e Amia, con il perdurante disallineamento tra i dati dei bilanci aziendali e quelli del bilancio comunale, per quasi tutte le aziende (disallineamento che ammonta a complessivi 66 milioni di euro).

Infine, la precedente Amministrazione non ha mai aggiornato l’albo dei beneficiari di contributi e sovvenzioni, né tantomeno l’inventario dei beni demaniali.

“Inutile sottolineare il quadro disarmante che emerge dall’analisi del rendiconto 2011 – commenta Nadia Spallitta – e sarà difficile compito della nuova Amministrazione ricondurre a legalità la situazione contabile e finanziaria, e soprattutto dare impulso ad una nuova stagione di programmi ed interventi, anche di valenza europea, tali da consentire l’acquisizione e l’ingresso di finanziamenti e fondi indispensabili per la rinascita della nostra città”.

Redazione

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