Palermo Pride, dal Foro Italico al teatro Massimo la parata 2018 «Si difendono i diritti delle persone, non quelli di una categoria»

Non manca nessuno all’appuntamento con il Palermo Pride 2018, quest’anno partito eccezionalmente a settembre anziché a giugno e simbolicamente dal Foro Italico, fino al cuore del centro città. Al fianco del sindaco Leoluca Orlando, ormai immancabile presenza, anche il collega di Dusserdorf Thomas Geisel, anche lui schierato tra i carri della parata. Entrambi oggi hanno ricevuto il premio istituito dal Pride per l’impegno profuso in difesa dei diritti umani: «È un riconoscimento che è stato consegnato anche al sindaco di Dusseldorf, due sindaci – ha detto Orlando – che hanno compreso che non è possibile difendere i diritti per categorie, si difendono i diritti delle persone. I diritti non si difendono in solitudine o per categoria». Ma anche Geisel ha voluto commentare la giornata cui ha scelto di unirsi: «Ci sono in questo momento molti luoghi in cui i diritti non vengono rispettati. È importante che si espliciti che i valori di base della civiltà non sono negoziabili, che si deve lottare per il fatto che nelle grandi città, e questo vale per Dusseldorf come per Palermo, si è ottenuto tanto dalle diversità e dalla molteplicità, che hanno fatto crescere le nostre città e aumentato la qualità della vita di tutti. Oggi sono qua a Palermo per il Pride, così come vado a quello della mia città».

«Nelle grandi città moderne – ha aggiunto – vengono vissuti diversi stili di vita e diamo importanza a questo. Ogni cittadino fa parte delle nostre società a prescindere dalla sua origine, provenienza, orientamento sessuale o religioso; uomo, donna, vecchio, giovane, cristiano o mussulmano. In Italia attualmente ci sono tendenze molto preoccupanti, che hanno ben poco a che fare con la mia idea di civiltà aperta e che guarda al rispetto dei diritti umani. Palermo si differenzia da queste tendenze che sono in atto. E per questa ragione le nostre città sono gemellate ed esprimiamo solidarietà alla città di Palermo». A sfilare ci sono anche il deputato di LeU Erasmo Palazzotto e lo storico attivista e fondatore di Arcigay Massimo Milani, che per l’occasione ha sfoggiato un vestito fatto di coperte termiche gialle e la pelle dipinta di nero, in segno di solidarietà per i migranti.

Ma l’elenco continua e a sfilare oggi ci sono anche la fotografa Letizia Battaglia, insieme alla madrina dell’edizione 2018 Porpora Marcasciano. C’è anche il comandante della Open Arms Roberto Gatti, a riprova del fatto che il Palermo Pride non è solo una giornata di orgoglio che rivendica i diritti Lgbt, ma quelli di tutti, a partire dai soggetti più deboli, dagli ultimi, dai migranti. «La nostra presenza a Palermo testimonia che la difesa dei diritti umani e la lotta per le libertà è qualcosa di trasversale – afferma il comandante -. Noi difendiamo i diritti delle persone migranti ma non per questo non dobbiamo sentirci vicini e difendere i diritti della comunità Lgbt. È normale condividere le lotte. Non c’è niente di speciale, né strano. Città come Palermo, Napoli e altre difendono i diritti di tutti e questa è la normalità. Fuori dal comune sono le politiche che non mettono al centro l’uomo, la persona umana». Non è un caso, a proposito, che l’edizione di quest’anno abbia preso il via proprio dal Foro Italico.

Ci sono per la prima volta con un loro carro ufficiale anche le componenti dell’Assemblea femminile contro la violenza sulle donne. È davvero il Pride di tutti, dove a sfilare è chiunque, nell’interesse dei diritti di ciascuno. Si prosegue tra colori, cori e striscioni fino al teatro Massimo. «In questo periodo i diritti delle donne, dei pensionati, degli anziani, dei malati, sono negati, non solo quelli degli omosessuali», dice non a caso Letizia Battaglia, mentre tiene in mano l’inseparabile Om10 Olympus. «C’è una ferocia di comportamento – dice – che fa paura. Qui cerchiamo di difendere i diritti con il sorriso qui, ma anche in altri luoghi. È importante esserci. Io sono una madrina vecchia ma anche giovane». E ancora le famiglie Arcobaleno e gli studenti di ItaStra, i migranti arrivati a Palermo che stanno seguendo i corsi di Unipa per apprendere a padroneggiare l’italiano. «Il successo del Pride è un segnale importante. Migliaia di palermitani oggi hanno colorato le strade della città chiedendo diritti per tutti e tutte, una splendida risposta a chi pensa di riportare indietro le lancette della storia cancellando anni di conquiste – dice anche Claudio Fava, presidente della Commissione regionale antimafia in una nota -. Una manifestazione gioiosa che si contrappone al clima di rabbia e odio che si respira, sempre più opprimente, su questo paese».

«Ormai da anni il Pride di Palermo non è più il Gay pride – aggiunge ancora Orlando -, il Pride di Palermo è la festa dei diritti di tutti e di tutte, degli omosessuali, delle donne, dei bambini, dei migranti, degli anziani,dei lavoratori. Il Pride di Palermo è il la festa di tutti coloro che vivono a Palermo o che scelgono di vivere a Palermo. Una festa che quest’anno assume un significato ancora più importante nel momento in cui, così come avvenne col fascismo e con il nazismo tanti anni fa, qualcuno comincia ad attaccare i diritti di alcuni “per scherzo”. Ieri Mussolini cominciò “per scherzo” ad attaccare gli ebrei, oggi qualcuno attacca “per scherzo” i migranti. Poi arrivarono, da Mussolini e Hitler gli attacchi contro i Rom, gli omosessuali, le persone con disabilità. Oggi siamo già in un’epoca pre-fascista in Italia e in Europa. Per questo essere al Pride è non solo giusto ma anche necessario».

Redazione

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