I social e WhatsApp utilizzati per adescare adolescenti a cui chiedere video e foto in atteggiamenti intimi. È arrivata la condanna della corte di Cassazione – a nove anni e otto mesi – per il 23enne Josuè Alfredo Salinas Hernandez. Le indagini sono state portate avanti dai carabinieri del nucleo investigativo di Palermo e coordinate dai sostituti procuratori Ilaria De Somma e Francesca Mazzocco.
L’imputato era stato ritenuto colpevole in primo grado e poi dalla terza sezione della corte d’Appello, presieduta da Dario Gallo, che aveva confermato il verdetto del tribunale. Al giovane, che era finito agli arresti domiciliari, erano stati sequestrati diversi smartphone, pc e pen drive, in cui i tecnici dei militari hanno trovato materiale pedopornografico.
Stando a quanto emerso dall’analisi dei file, il 23enne avrebbe mandato sue fotografie intime a una ragazzina che all’epoca aveva 11 anni, per indurla a compiere atti sessuali. Con un’altra, di 12 anni, avrebbe scambiato messaggi sia via WhatsApp che su Instagram, chiedendole foto in cambio e videochiamate hot. Con una terza ragazzina di 11 anni di Novara avrebbe conversato sull’app di messaggistica istigandola a mostrarsi nuda. L’adolescente avrebbe accettato e mandato al giovane diversi video.
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