La viabilità, le polemiche e la sfida che adesso attende il territorio. A distanza di tre giorni dall’ok dell’Unesco all’itinerario arabo-normanno e alle Cattedrali di Cefalù e Monreale nella World Heritage List si guarda al futuro. Il Comitato di pilotaggio ha incontrato stamani al Castello della Zisa la stampa per presentare ufficialmente il riconoscimento. «Si apre un gioco di squadra, si aprono i problemi e progetti di gestione – ha detto l’assessore regionale alla Cultura, Antonio Purpura -. I comitati di gestione avranno il compito di rispettare i diritti di proprietà degli enti e il vincolo Unesco di conservazione. I Comuni lavoreranno per realizzare contesti urbani favorevoli alla crescita nel campo dell’accoglienza».
Palermo adesso deve comprendere la ricchezza morale del riconoscimento. I percorsi, le infrastrutture e i servizi vanno arricchiti e integrati per migliorare al massimo la fruibilità del territorio. «L’iscrizione alla lista è nei fatti un accordo internazionale che impegna gli amministratori locali nella conservazione, nella tutela e nella gestione – dice Giovanni Puglisi, presidente della Fondazione Unesco Italia -. Ad essi va l’onere di rispondere alle necessità del sito, che richiede economia e lungimiranza, sotto la vigilanza dell’Unesco».
Da qui l’appello alla Regione e ai Comuni di «lavorare sapendo di avere tutti gli occhi addosso. Il mondo adesso ha il diritto di sorvegliare il loro operato su questi beni dell’umanità, che vanno conservati per i nostri figli e per tutti coloro che nei secoli dei secoli godranno della cultura e della sacralità della cultura». Il riconoscimento Unesco non genera in automatico incoming turistico e flussi economici. «Va integrato con dei piani di gestione – dice ancora l’assessore Purpura -. Per l’Unesco resta fondamentale la conservazione del patrimonio affinché venga tutelato ed ereditato dalle generazioni future».
La grande opportunità alla quale accedono Palermo e la Sicilia è stata sottolineata da Aurelio Angelini, presidente della Fondazione Unesco Sicilia. «Il riconoscimento permette di mettere in primo piano un sito non conosciuto ai più e oggi facilmente individuabile. Ma bisogna saper accendere le luci. La qualità della vita delle nostre città verrà migliorata attraverso interventi mirati e l’avvio di attività economiche collegate alla filiera della cultura e del turismo. Si tratta adesso di capire come città e Regione intendono procedere sul piano economico, per far sì che la vetrina internazionale venga illuminata».
«Non esiste altro luogo al mondo che sia espressione di un sincretismo religioso e culturale come quello bizantino, arabo e normanno – aggiunge Puglisi -. C’è stato un grande lavoro scientifico dietro il progetto, che si evolve oggi nel lavoro per rendere fruibile il percorso tra le tre città. Le polemiche sulle problematiche di viabilità della città di Palermo sono sterili. Sembra non venga compreso l’enorme guadagno proveniente da questo riconoscimento, anche in termini di natura economica. Un’iscrizione a sito dell’Unesco crea necessariamente incoming turistico. Chi si lamenta tanto dovrebbe fare un po’ di conti, se non riesce che prenda una calcolatrice».
Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco Leoluca Orlando. «Trovo esaltante che ad essere riconosciuti come patrimonio mondiale siano 6535 ettari e non soltanto tre monumenti. La preoccupazione di questo momento è che la parte di cittadinanza irrispettosa e vandalica continui a non comprendere il valore storico, ma anche economico di tale riconoscimento». Colme d’orgoglio le parole del sindaco di Monreale Pietro Capizzi: «Questa è una tappa molto importante per lo sviluppo del nostro territorio e nella prospettiva di una crescita culturale e turistica» dice a MeridioNews.
E dal presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, arriva un impegno. L’ha definito il “patto di Bonn”, sottoscritto in Germania, insieme al primo cittadino di Palermo e all’assessore regionale per i Beni culturali, Antonino Purpura. «Come la storia ci chiedeva abbiamo liberato piazza del Parlamento dalle auto. Il prossimo impegno – spiega – è quello di ridare decoro a una delle aree più belle del centro storico palermitano, sostituendo l’asfalto con una pavimentazione adeguata e consentendo, nel contempo, alle centinaia di migliaia di turisti di entrare a Palazzo reale e alla Cappella Palatina dalla stessa piazza, attraverso il portone monumentale».
Con Orlando e Purpura, assicura Ardizzone, è già stato raggiunta «un’intesa di massima e sono fiducioso che il nuovo look della piazza possa rappresentare un’altra tessera fondamentale per il completamento di quel mosaico che punta a una migliore fruizione del luogo da parte dei turisti».
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