La partita che si sta giocando sul candidato dellarea moderata a sindaco di Palermo non è ancora chiusa. Con molta probabilità, stamattina si dovrebbe capire qualcosa in più. Come abbiamo scritto ieri sera, il Pdl, comera prevedibile, annuncia la discesa in campo del presidente dellArs, Francesco Cascio. Se oggi questa notizia dovesse essere confermata, il presidente del Coni, Massimo Costa, che due giorni fa ha presentato la propria candidatura a sindaco di Palermo, verrebbe, di fatto, azzoppato. Perché Cascio a Massimo Costa – peraltro considerati fino a qualche giorno fa molto vicini – in quanto candidati di unarea politica ed elettorale affine, partirebbero entrambi indeboliti, perché luno toglierebbe voti allaltro.
E forse è proprio questa loperazione che i vertici di Futuro e libertà in Sicilia stanno cercando di pilotare: trascinare la candidatura di Massimo Costa dalla propria parte e, soprattutto, dalla parte dellMpa di Raffaele Lombardo. Per schiacciare lUdc siciliana di Giampiero D’Alia sullo stesso Lombardo (che non a caso vorrebbe reimbarcare il partito di Casini nel governo della Regione). E per costringere il Pdl di Angelino Alfano e Renato Schifani a far scendere in campo il presidente dellArs, Cascio. Cosa, questa, che, come già accennnato, indebolirebbe le candidature di Massimo Costa e dello stesso Cascio. Una mossa che avrebbe come vero obiettivo quello di impedire che Pdl e Udc siciliana chiudano un accordo elettorale su Massimo Costa candidato a sindaco di Palermo. Ipotesi, questa, che lascerebbe fuori lMpa di Lombardo e i siciliani di Futuro e libertà non tanto e non soltanto dalla corsa di Costa a sindaco di Palermo, ma – cosa ben più importante – dalla nascita di un grande partito moderato aperto alle istanze di rinnovamento della società.
Ed è proprio questo, insomma, il vero obiettivo di Lombardo e dei vertici siciliani di Futuro e libertà, che non a caso si ritrovano insieme nel governo della Regione: impedire la nascita, in Sicilia, di un partito moderato fondato sullaccordo tra Udc e Pdl. Questo accordo, una volta siglato nellIsola, da sempre Laboratorio politico nazionale (accordo che risulterebbe imperniato sulla candidatura a sindaco di Massimo Costa in una delle città più importanti dItalia), finirebbe per essere esportato a Roma. Tagliando fuori dalloperazione Lombardo e i finiani di Sicilia (che, forse, potrebbero essere diventati un po scomodi per lo stesso Fini, che a Roma guarda a un accordo con il leader dellUdc, Casini).
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