Dopo le dimissioni del sindaco di Palermo, Diego Cammarata, le agenzie di stampa e i social network sono inondati dalle dichiarazioni dei consiglieri comunali dell’opposizione che brindano all’evento. Fiumi di parole e di metafore di ogni genere per sostenere che è stato il peggiore sindaco della storia del capoluogo siciliano, generatore di tutti i mali che affliggono la città, la rovina dei palermitani e via continuando. Ma, la sua colpa più grande, a sentire gli inquilini di Palazzo delle Aquile, è quella di non essersi dimesso prima. Avrebbe così evitato di causare danni forse irreversibili. Dimenticano, però, di confessare che se Cammarata non si è fatto da parte finora è per merito loro. Che avrebbero potuto mandarlo a casa in ogni momento se avessero sciolto il consiglio comunale con le proprie dimissioni. Invece, pur di non rinunciare alla loro ‘paghetta’ da consiglieri comunali 3 mila al mese (che possono arrivare a 5mila) hanno lasciato in sella un sindaco definito da loro stessi dannosissimo. Alla luce di ciò, oltre ad essere corresponsabili dello sfascio in cui versa Palermo, i consiglieri d’opposizione – con solo un paio di eccezioni – risultano anche ipocriti, avidi e assolutamente non credibili. O no?
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