Il Teatro Biondo, il Teatro Massimo, l’Orchestra Sinfonica Siciliana, l’università. Sono solo alcuni degli enti palermitani interessati da un possibile taglio al contributo regionale nella bozza di legge di stabilità che ieri sera il governatore regionale Rosario Crocetta ha inviato all’Ars dopo la lettera infuocata che il presidente Giovanni Ardizzone ha letto in aula su «l’inammissibile ritardo» dell’esecutivo regionale.
Ebbene, a Palermo come in tutta la Sicilia sono a rischio i fondi per i parchi e le riserve naturali, gli enti benefici, i teatri, le fondazioni culturali e il mondo universitario, incluse le borse di studio per gli studenti. La brutta sorpresa è contenuta nell’allegato 1 della finanziaria. Anche se i soldi stanziati per il 2017 e il 2018 sono più o meno gli stessi – al netto di piccoli aumenti o leggeri tagli – ci sono ben 75 milioni di euro congelati, che dunque rappresentano un possibile, drastico taglio per i beneficiari. E in mezzo ci sono, appunto, diversi nomi palermitani.
Fra i trasferimenti a rischio quelli al Teatro Biondo: dei 2,5 milioni di contributo annuo potrebbero saltare 500mila euro. Su 7,9 milioni l’Orchestra Sinfonica Siciliana, invece, potrebbe perderne ben 1,5, il Teatro Massimo invece 1,3 su 6,6. Non se la passano meglio gli atenei. Per gli Ersu congelati 2,4 milioni su 12,5, per le Università di Palermo, Messina e Catania 700mila euro su 4,9 milioni, oltre a vari tagli minori agli osservatori scientifici universitari, all’attività sportiva e ai relativi impianti (come il Cus di Palermo) e ai consorzi, mentre ci sono 20mila euro in bilico su un contributo totale di 100mila per le Accademie di Belle Arti.
Anche il Furs, il Fondo Unico Regionale per lo Spettacolo, potrebbe subire una riduzione di 500mila euro su 2,5 milioni. All’Istituto per Ciechi Opere Riunite Florio e Salamone potrebbero venire a mancare 287mila euro su uno stanziamento del 2016 di 1,6 milioni. Per la gestione del personale dell’ente Fiera del Mediterraneo transitato nella Resais, infine, sono in bilico 341mila euro su uno stanziamento che nel 2016 è stato di 1,4 milioni. Il totale regionale fa, come detto, 75 milioni.
La svolta è arrivata ieri sera dopo lo schiaffo di Ardizzone, che riteneva ormai inevitabile l’esercizio finanziario. Ipotesi allontanata da Crocetta: «È una scelta politica». Il governatore vuole una finanziaria snella, con i crismi dell’esercizio provvisorio, ma che consenta al tempo stesso la graduale stabilizzazione dei precari: «Il processo di assunzione dei precari, avviato con questa finanziaria – spiega -, richiede la stabilità del bilancio».
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