Palermo, il Comune ha le abitazioni, ma i senza casa rimangono tali. Spreca risorse e chiede il pagamento della Tasi!

DIRITTO DI RISCATTO INCREDIBILMENTE BLOCCATO PER MILLE E 550 APPARTAMENTI. E PAGA OLTRE 2 MILIONI DI EURO PER LE SPESE DI MANUTENZIONE. SCELTE AMMINISTRATIVE CHE NON ALLEVIANO CERTO IL FENOMENO DELLE OCCUPAZIONI ABUSIVE ELLE ABITAZIONI. L’INTERROGAZIONE DI NADIA SPALLITTA

A Palermo la questione casa rimane misteriosa. I senza casa non si contano più e le occupazioni di edifici da parte di povera gente – sostenuta da comitati che difendono i senza abitazione – si susseguono a ritmo continuo. la sensazione è che il Comune nasconda qualcosa.

Le cronache registrano un’interrogazione con richiesta di risposta scritta all’Amministrazione comunale da parte della vice presidente vicaria del Consiglio comunale, Nadia Spallitta.

Queste le domande poste da Nadia Spallitta:

1) Quanti sono gli alloggi di Edilizia residenziale pubblica di proprietà comunale e dove siano ubicati;

2) se siano stati tutti assegnati e con quali modalità;

3) se ci siano alloggi liberi, quanti siano e dove siano ubicati;

4) quale sia mediamente la misura del canone di locazione;

5) in relazione a quanti alloggi sia stato esercitato il diritto di riscatto e quanti alloggi, invece, debbano ancora essere riscattati;

6) a quanto ammontino i costi dell’Amministrazione comunale per la gestione degli alloggi di Edilizia residenziale pubblica, per gli interventi di manutenzione ed eventuali spese legali;

7) se ci siano alloggi occupati abusivamente,quanti siano e dove siano ubicati;

8) quali iniziative abbia intrapreso l’Amministrazione per condurre a legalità la situazione degli alloggi occupati senza titolo,e con quali risultati;

9) se ci siano e quante siano le eventuali ordinanze di sgombero;

10) il nominativo del Funzionario Responsabile del Procedimento.

L’Amministrazione comunale ha risposto in ‘burocratese’ e noi abbiamo chiesto a Nadia Spallitta di tradurre, con parole comprensibili, la risposta data dal Comune di Palermo a queste domande.

“Il Comune – dice Nadia Spallitta – preannuncia che a Palermo verranno realizzati ulteriori 1.200 nuovi alloggi di Edilizia residenziale pubblica (area D, che non affrontano il problema dell’emergenza abitativa, che riguarda altre più deboli fasce sociali ed economiche)”.

Così apprendiamo che il Comune di Palermo non si sta occupando dei più poveri della città.

“Indipendentemente dalle procedure che, a mio avviso, dovranno essere seguite per garantire la legittimità degli atti – aggiunge la vice presidente del Consiglio comunale – come l’acquisizione della Vas (Valutazione ambientale strategica) e l’adozione di strumenti in variante urbanistica, che verifichino la compatibilità degli interventi edilizi con il rispetto del territorio e degli standard, ritengo che prima di avviare questo percorso sia indispensabile una verifica della situazione patrimoniale comunale in materia alloggiativa”.

“In questo momento – prosegue – il Comune è proprietario di circa 2 mila alloggi di Edilizia residenziale pubblica, cui devono aggiungersi altri 1.000 alloggi, che sono stati trasferiti quest’anno al Comune dall’Agenzia delle entrate. Tra l’altro, risulta che ci siano circa 1.550 appartamenti, per i quali i privati potrebbero esercitare il diritto di riscatto (acquisto a prezzi calmierati); ma queste procedure non vengono attivate con conseguenti danni all’Erario”.

“Il Comune, infatti, a fronte di entrate ridotte – sottolinea Nadia Spallitta – derivanti da fitti pari a 50 euro al mese (non sempre riscossi), per questi immobili sostiene ingenti somme ogni anno: per oneri condominiali in media circa 715 mila euro (2012); per oneri in sostituzione dei morosi circa 400 mila euro, somme tra l’altro che non riesce a recuperare. Nel 2013, ad esempio, le spese di manutenzione sono state pari a 2 milioni di euro per 451 interventi richiesti. A questi oneri, poi, vanno aggiunte le spese per il personale, che opera gli interventi di manutenzione”.

Per Nadia Spallitta, “se si consentisse il riscatto degli immobili, previsto dalla legge, oltre a garantire il diritto all’alloggio, il Comune risparmierebbe oneri condominiali e spese di manutenzione e si ridimesionerebbe il fenomeno delle occupazioni abusiva di immobili pubblici”.

“Negli ultimi anni sono stati occupati abusivamente – conclude Nadia Spallitta – circa 600 appartamenti Erp, il cui sgombero è stato sospeso nel 2012. Uguale attenzione, infine, meritano i 1.000 alloggi Erp, trasferiti nel 2014, che potrebbero per il loro uso diretto o per le entrate che possono determinare un rimpinguamento dei capitoli di bilancio da utilizzare per l’emergenza abitativa”.

Nota a margine

Se abbiamo ben capito, il Comune di Palermo ha a disposizione un modo semplice per alleggerire l’emergenza abitativa in favore della povera gente e non lo fa. E ha anche l’opportunità di rimpinguare anche le ‘casse’ del Comune ma non lo fa. Perché?

E che senso ha, adesso, far pagare ai cittadini palermitani la Tasi tra le più care d’Italia, quando non ha ha fatto nulla per recuperare un sacco di soldi?

Se dovessero scoppiare due rivolte sociali – la rivolta dei senza casa e la rivolta fiscale – il Comune di Palermo come si giustificherebbe?

 

 

 

 

Redazione

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