Palermo, il Comune di prepara a ‘stangare’ i cittadini con la Tares

La politica ruba e i cittadini pagano. Regola ‘aurea’ al Comune di Palermo. Dove, in questi ultimi anni, si sono mangiati pure la ‘legittima’. I soldi sono finiti. Così non resta che ‘spremere’, ancora una volta, i cittadini.

Massacrati dal Governo nazionale con l’Imu e le altre tasse, massacrati dal Comune con l’addizionale Irpef ai massimi livelli, il Comune si appresta a fare pagare altre tasse ai palermitani.

Leggendo il bilancio consuntivo 2012, approvato ieri dal Consiglio comunale, si capisce perché il Comune di Palermo ha ‘inchiummato’ le notti estive ai giovani. Un messaggio alle mamme e ai papà: “Tenete i vostri figli a casa la sera. Evitando di fargli spendere soldi per ‘sbevazzare’. Perché a settembre, care mamme e cari papà dovete ‘cacciare’ i soldi per la Tares”. Che è la nuova Tasse per l’immondizia che non si raccoglie. Si paga più del doppio per un servizio pessimo.

Ieri il Consiglio comunale, che Dio abbia in gloria i 50 consiglieri di Palazzo delle Aquile, ha approvato le scadenze per il pagamento della Tares: 15 settembre e 15 novembre. Tutto di fretta, visto che non c’è nemmeno il regolamento. Della serie, paccamora angagghiamu ìi picciuli’ poi si viri (traduzione per i sono siciliani: intanto ci prepariamo ad ‘alleggerire’ le tasche dei cittadini, poi al resto ci pensiamo).

Un’altra bella strigliata per i palermitani. Che debbono sorridere e pagare per consentire al comune di pagare l’enorme numero di precari ‘stabilizzati’ nelle fallimentari società partecipate dallo stesso comune.

“Per la prima volta nella storia recente del Comune di Palermo – dice l’assessore al Bilancio, Luciano Abbonato (nella foto a sinistra) – il consuntivo è stato approvato nel mese di giugno, segno della massima attenzione posta da questa amministrazione rispetto agli obblighi di rendicontazione sul proprio operato. Il dibattito in Aula, sereno e costruttivo, ha registrato da parte di tutte le forze politiche la consapevolezza dell’importante inversione di tendenza rispetto al passato, accompagnata dalla consapevolezza di quanto ancora sia necessario fare per mettere definitivamente in sicurezza i conti del Comune soprattutto con riguardo alla situazione delle società partecipate”.

Ieri, a proposito delle società partecipate, il consigliere comunale de Pd, Rosario Filoramo, ha detto sostanzialmente che il comune di Palermo è tecnicamente fallito. Se questo non viene fuori è perché i bilanci delle società partecipate, quasi tutti rigorosamente in ‘rosso fisso’ (si dovrebbe salvare solo l’Amg) vengono tenuti distinti dal bilancio del Comune. Pratica scorretta, perché i bilanci, con la nuova normativa, andrebbero redatti con un unico documento contabile.

“Sono molto soddisfatto – continua Abbonato – anche perché questi risultati sono il frutto di precise manovre correttive poste in essere nel corso del 2012 cercando di coniugare il risanamento allo sviluppo, come dimostra la concomitante riduzione della spesa corrente e il rilancio degli investimenti”.

Per Sindaco Leoluca Orlando “le difficoltà finanziarie non possono essere considerate superate, ma i risultati del 2012 segnano una netta inversione di marcia rispetto al passato. Questi risultati – aggiunge il Sindaco – sono ancora più importanti perché nel corso del 2012 sono intervenuti in modo pesante i tagli ai trasferimenti dovuti alla spending review del Governo nazionale”.

‘Tutta la Giunta e tutta l’Amministrazione – ha concluso Orlando – sono impegnate a garantire il più alto livello possibile di servizi compatibile con le risorse finanziarie disponibili e lavorano incessantemente per il rilancio degli investimenti, volano di nuovo sviluppo e occupazione”.

In realtà – è inutile che ci prendiamo in giro – tutta l’amministrazione comunale lavora per ‘spremere’ i cittadini palermitani, che non si capisce dove dovrebbero trovare i soldi per pagare tutte le spese del Comune, a cominciare dai circa 20 mila dipendenti (tanti se ne contano tra uffici del Comune e società partecipate dello stesso Comune: in pratica, il Comune di Palermo, grazie alla politica delle clientele, ha più dipendenti di tutta la Regione siciliana).

Chissà perché i circa 18 mila dipendenti degli uffici regionali sono considerati, a livello nazionale, uno scandalo. Mentre dei 20 mila dipendenti del Comune e delle sua società partecipate non parla nessuno.

Sul consuntivo 2012 interviene anche la vice presidente vicaria del Consiglio comunale, Nadia Spallitta (nella foto a sinistra). “L’atto – dice Ndia Spallitta – denota l’impegno dell’attuale Giunta comunale rispetto al contenimento della spesa (in particolare riduzione dei costi del personale o di fitti passivi e eliminazione delle spese superflue) e dimostra la capacità di affrontare, mantenendo l’equilibrio, i minori trasferimenti da parte dello Stato”.

“Tuttavia – sottolinea la vive presidente del Consiglio comunale di Palermo – permangono elementi nevralgici, che sono stati determinati dalla cattiva gestione della precedente Amministrazione, delle società e di alcuni istituti come i debiti fuori bilancio”.

“E’ indubbio – continua Nadia Spallitta – che le vicende relative ad Amia, Amat e Gesip, solo indirettamente toccate dal rendiconto, avranno una notevole incidenza sulle previsioni del nuovo bilancio, che non potranno prescindere dalla conoscenza completa dell’effettiva situazione contabile e finanziaria e del deficit di queste società. Punto critico questo, segnalato più volte dalla Corte dei Conti e oggi dal Collegio dei revisori”.

Insomma, detto in lingua italiana, il Consiglio comunale ha approvato un rendiconto, proposto dalla Giunta, nel quale non viene comunicato ai cittadini palermitani a quanto ammonta il ‘buco’ delle società partecipate dallo stesso Comune. Un’omissione politica prima che contabile di una gravità inaudita.

La vice presidente del Consiglio comunale ammette che il Comune sta ‘spremendo’ i cittadini palermitani. “A mio avviso – aggiunge Nadia Spallitta – il bilancio di previsione 2013, partendo dagli esiti del rendiconto, che registra entrate per l’85% derivanti dalla pressione fiscale, dovrà individuare sistemi di riduzione delle imposte, colmando le minori entrate ed eventuali carenze, anche facendo ricorso ai fondi strutturali dell’Unione Europea e quindi con una più efficiente progettazione comunitaria, che è mancata del tutto con la precedente Amministrazione”.

“Tuttavia – prosegue Nadia Spallitta – il nuovo programma di opere pubbliche e il nuovo bilancio potranno finalmente dare spazio agli investimenti, in relazione ai quali forte è l’impegno della Giunta”.

“Infine, non può sottacersi – precisa sempre Ndia Spallitta – che la nuova Amministrazione eredita un bilancio ingessato (circa il 30% del bilancio copre spese per il personale comunale e circa per il 30% del personale delle società), in relazione al quale, tuttavia, è stata già avviata dall’Amministrazione un’azione di riorganizzazione e programmazione, che potrà garantire l’utilizzo di nuove risorse con progetti – tra questi Palermo Capitale della Cultura e Palermo Capitale dello Sport – che porteranno una nuova linfa finanziaria e produttiva con miglioramento dei servizi e della qualità della vita”.

Apprendiamo, a conti fatti, che tutta questa ‘bordelliata’ su “Palermo Capitale della cultura” non è altro che un tentativo, tutto sommato lodevole e intelligente, per trovare soldi. Finalmente l’arcano è stato rivelato, se non altro perché noi, che viviamo a Palermo da sempre, tutto questo amore per la cultura non l’abbiamo mai visto: soprattutto in questi ultimi tempi con il Teatro Biondo Stabile di Palermo oggetto di tagli incredibili, con il Teatro Massimo ala frutta, con tutti gli altri Teatri ridotti all’osso e, in generale, con tutte le altre attività culturali che la Regione ha tagliato con l’ingloriosa fine della Tabella H.

“L’Approvazione da parte del Consiglio Comunale del consuntivo 2012 – afferma il Presidente della Settima Commissione Bilancio, Francesco Bertolino – rappresenta un ulteriore atto di buona amministrazione e in controtendenza alla dissennata precedente gestione. Dopo un decennio – continua Bertolino – in cui non venivano votati i Consuntivi o comunque approvati solo negli ultimi mesi dell’anno, per la seconda volta questa amministrazione in soli 10 mesi, riesce a portare in consiglio e a fare approvare, prima del bilancio di previsione, un conto consuntivo”.

Bertolino ricorda che, solo nel 2012, a causa dei tagli ai trasferimenti diretti da parte di Stato e Regione, il Comune di Palermo ha dovuto fare a meno di oltre 110 milioni di euro.

 

 

 

 

Redazione

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