Palermo (e ‘a munnizza) raccontate agli americani

Il mio amico Stefano, che vive a New York, ha detto che da quelle parti sta per nascere un nuovo giornale. Così provo a immaginare una cronaca semiseria di Palermo, il 25 aprile.

Sì, provo a immaginare di mettermi sulla mia automobile e raccontare la città. Scelgo un itinerario che, per i palermitani, è una meta quasi obbligata, specie nelle giornate di primavera: partenza da Piazza Leoni, Parco della Favorita, Mondello e ritorno.

Alle nove in punto di stamattina sono in Piazza Leoni. In automobile. Per arrivarci, partendo ovviamente dalla via in cui abito, ho incontrato enormi cumuli di immondizia non raccolta e ben due lunghe serie di cassonetti – naturalmente di immondizia – incendiati dalla disperazione della gente.

(A sinistra, San Lorenzo ai Colli a mattina del 25 aprile).  

Mi chiedo: devo fare il cronista? è questo ciò che devo raccontare agli italiani che vivono a New York, a Baltimora e nelle altre città americane? Molti di questi lettori sono siciliani. Tanti di loro palermitani.

Per strada ho incontrato tanta immondizia non raccolta e poca gente. Lungo i viali del Parco della Favorita, sotto Monte Pellegrino, mi culla l’olimpica certezza che a Mondello, zona ‘”in” della città per antonomasia, non troverò cumuli di rifiuti per le strade. A Mondello no, a Mondello l’immondizia l’avranno spazzata via, penso.

La Piazza di Valdesi è silenziosa. E’ la porta d’ingresso per Mondello. Inizio a percorrere il viale. Dopo una ventina di metri, sulla mia destra, ecco il primo cumulo d’immondizia. Però non è l’immondizia che ho incontrato a Palermo-città, ovvero, come dire?, un’immondizia nazional-popolare-panormita: al contrario, qui a Mondello l’immondizia è più nobile, più elegante, più borghese, più contenuta, più lineare, più ‘asciutta’, più sobria, a tratti quasi luterana e non pagana o, peggio, cattolico-popolare tipo Ballarò-Casa Professa o Capo-Zisa.

No: l’immondizia di Mondello è rigorosamente non barocca, raccolta in grandi sacchi neri che, in ogni cumulo, assumono una forma vagamente piramidale.

A Mondello l’immondizia per le strade c’è: ma è raccolta secondo criteri ‘algoritmici’, con radici quadrate e logaritmi che si susseguono secondo schemi non euclidei, ma comunque alto borghesi.

La Piazza centrale di Mondello non presenta i sacchi neri; e non ce n’è immondizia nemmeno in fondo, dove il palermitano è solito completare il ‘giro dello scemo’ Palermo-Mondello-Palermo dopo aver sfiorato la strada che conduce lungo i misteri ancora oggi privatizzati di Capo Gallo.

Il ritorno è dolce. Le ville di Mondello sono ancora lì. L’immondizia è quasi sparita. Sulla via del ritorno, lungo viale Regina Margherita, al semaforo, optiamo per la destra. Se dobbiamo raccontare agli americani la Palermo del 25 aprile, dobbiamo provare a cogliere la differenza, senza soluzione di continuità, tra la borghesia mondelliana e le ville stile ‘fritto misto’ di via Castelforte.

All’altezza dell’entrata di Fondo Anfossi – altro capitolo letterario della Palermo-bene – notiamo, sulla nostra destra, un altro cumulo di sacchi neri, in parte aperti. Non ci stupiamo: si tratta – ovviamente – di immondizia ‘ricca’, lasciata lì con soavità dai proprietari delle grandi ville abitate – suppongono gli ‘scafuniatori’ – da benestanti.

Ora mi tocca spiegare ai lettori italiani e siciliani e palermitani d’America cosa sono gli ‘scafiìuniatori’. Cari amici americani, da quando c’è l’euro Palermo è andata indietro, come i gamberi: siamo tornati agli anni del secondo dopoguerra, quando si cercava tra l’immondizia. Chicerca nell’immondizia ‘scafunia’: muove l’immondizia con bastoni, o con le mani, magari con i guanti, alla ricerca di qualcosa da portare a casa e, magari, da rivendere. Sono i ‘miracoli’ dell’Unione Europea, di Prodi, di Berlusconi, di Monti, della Bce, dello spread. Ma non divaghiamo.

Lungo il viale che ci condurrà nella rotonda dalla quale imboccheremo via Castelforte, sempre sulla destra, incontriamo un enorme cumulo d’immondizia: il più grande tra i cumuli incontrati stamattina: è un’immondiza nazional-popolare: sacchetti di plastica di tutti i colori, bucce di pomodoro, uova, frutta, plastica, vetro, carta. Sì, ci siamo lasciati alle spalle l’alta borghesia mondelliana e gli ‘scafuniatori’: siamo tra il popolo.

Imboccando via Castelforte incontriamo il primo cumulo di rifiuti: questa volta è sulla sinistra: piccolo ma sincero.

Sempre sulla sinistra osserviamo uno spettacolo che gli americani – anche se di origine siciliana e palermitana – non capirebbero: una pensilina dell’Amat, la ‘gloriosa’ Azienda del trasporto pubblico di Palermo che non ha mai funzionato, travolta da un enorme cumulo d’immondizia nazional-popolare. Mezza pensilina è visibile, l’altra metà è inghiottita dai rifiuti.

Da palermitani non possiamo non cogliere il profondo legame, quasi ‘mistico’, in cui queste due ‘entità’ di Palermo si fondono e si confondono…

Proseguendo lungo via Castelforte, sulla destra, si è creato un naturale senso unico alternato: o passano quelli che arrivano da Palermo, o passiamo noi che ritorniamo nella ‘Città perduta’. La precedenza è loro, perché l’impedimento è creato da un cumulo di immondizia sulla nostra destra che presenta un’interessante novità: una montagna di cartone che invade la strada. Nelle città ‘incivili’ carta e cartone si riciclano. A Palermo o si bruciano o si interrano nella discarica di Bellolampo. In questo, almeno in questo, Palermo rimane aristocratica. Riciclare è da’plebei’.

All’altezza dell’entrata di Fondo Anfossi – di nuovo i ‘nobili’ – c’è un altro cumulo di immondizia ‘nobile’ con gli ‘scafuniatori’ all’opera…

Tra un cumulo e l’altro siamo arrivati in Piazza Pallavicino. Finalmente la Palermo popolare. Immondizia popolare: grandi cumuli rigorosamente maleodoranti (l’immondizia di Mondello, chiusa nei sacchi neri, non emanava particolari ‘profumi’).

Sulla destra arriva via dei Quartieri: andiamo a vedere com’è la situazione a San Lorenzo e a Resuttana? Ma sì, andiamo!

Lungo via dei Quartieri, sulla destra, si alternano i soliti cumuli d’immondizia, all’inizio un po’ sobria, poi, fino ad arrivare in Piazza San Lorenzo, di nuovo nazional-popolare.

La Piazza di San Lorenzo non è sporca. Ma la via che ci conduce a Resuttana è un delirio di rifiuti. Ad un incrocio siamo
costretti a fermarci: non c’è un cumulo d’immondizia: c’è una montagna di rifiuti che fa angolo: un Everest di Munnizza con la Emme maiuscola che non possiamo fare a meno di fotografare per spedirla agli amici d’America che, via E. mail, ci hanno chiesto notizie del progetto “Palermo capitale della cultura”. Quale migliore rappresentazione?

Dimenticavo: il ‘regalo dell’immondizia per le strade Palermo lo deve al Governo Monti, che per oltre un anno ha commissariato l’Amia, l’Azienda che avrebbe dovuto occuparsi della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti.

Come con l’Amat, notiamo un profondo legame mistico tra l’immondizia, la massoneria, il Governo Monti e, perché no’? anche la Bce, l’euro e l’Unione Europea…

La Palermo di oggi li rappresentata tutti… 

 

A Palermo la Festa della Liberazione dei No Muos e dei Fasci siciliani

 

Giulio Ambrosetti

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