Foto di donbosco2000.org
Più di 6200 chilometri, da Palermo a Dakar, in Senegal: l’obiettivo è raccogliere fondi per realizzare una struttura sanitaria nel Paese africano. È il viaggio che faranno – in nave e in moto – Agostino Sella e Marco Canzonieri, rispettivamente presidente e volontario dell’associazione Don Bosco 2000. Un mese intero – dalla Sicilia al Senegal e ritorno – per una missione di solidarietà finalizzata alla costruzione di un nuovo dispensario medico (una struttura che fornisce gratuitamente cure e trattamenti medici, ndr). «Nella regione di Tambacounda, in Senegal, la nostra associazione è già riuscita a costruire un dispensario – dice Sella a MeridioNews – ma è troppo piccolo e da solo serve 53 villaggi: per questo ne serve uno più grande». Il presidente di Don Bosco 2000 racconta che «la struttura esistente consiste praticamente in una stanza, nella quale il servizio quotidiano è garantito da due medici africani; a turno vanno nel nostro dispensario anche alcuni medici italiani».
Visto che la struttura sanitaria attuale «si trova più o meno al centro di questi villaggi – spiega Sella – per raggiungerla le mamme percorrono a piedi o su un asino anche cinque, dieci o quindici chilometri, rischiando anche di non arrivare in tempo. Inoltre, vista la distanza, non sempre riescono a tornare in giornata nel loro villaggio». Uno degli usi del nuovo dispensario, infatti, «sarà quello di ospitare per la notte le persone che vivono più lontano dalla struttura, che se no dormirebbero all’aperto». La partenza della missione umanitaria è prevista per giovedì 27 marzo. «Da Palermo a Genova andremo in nave, così come da Genova a Tangeri, in Marocco», racconta al nostro giornale Canzonieri, che guiderà la moto adventure sulla quale lui e Sella viaggeranno. «Poi in moto attraverseremo quattro Paesi: Marocco, appunto, Sahara Occidentale (che è una regione contesa, ndr), Mauritania e Senegal». Raggiunta la regione di Tambacounda, i due lasceranno l’assegno con le donazioni raccolte. «Resteremo in Senegal per una decina di giorni – aggiunge Sella – poi torneremo indietro, facendo lo stesso identico percorso: prima in moto, poi in nave fino a Palermo».
Sarà un viaggio lungo e in casi come questi nulla può essere sottovalutato, la componente della logistica è fondamentale. «La moto è preparata in un certo modo – dice Canzonieri al nostro giornale – C’è un kit antiforatura, uno per l’avviamento elettrico del mezzo, poi chiavi e attrezzi, perché in alcune delle zone che attraverseremo non ci sono molti servizi. Per esempio porteremo alcune taniche di benzina di scorta – continua il volontario – perché in Mauritania potrebbe mancare il carburante o l’energia elettrica per fare rifornimento». E dove dormiranno durante il viaggio? «Stiamo portando una tenda per sostare – dice il presidente Sella – ma l’obiettivo è quello di dormire negli accampamenti, perché di solito quando si viaggia in Africa se ne trovano lungo il percorso. Li cercheremo strada facendo. In Marocco non dovrebbero esserci problemi – continua Sella – perché nel tragitto ci sono dei piccoli alberghi. Il vero problema sarà nel deserto, in Mauritania. Abbiamo una roadmap, ma la strategia è quella del passo passo: cercheremo tappa dopo tappa quello che ci aspetta». Com’è evidente, c’è anche una componente di avventura in quella che resta comunque un’iniziativa umanitaria.
Una missione per raccogliere fondi, ma che «è anche un’occasione per raccontare la realtà dell’Africa subsahariana. La regione nella quale andremo è una delle più povere del mondo – racconta Sella – Si vive con meno di due dollari al giorno e ci sono ancora le capanne di paglia e argilla. Per andare a scuola – anche questa dentro una capanna – i bambini devono percorrere cinque o dieci chilometri sotto il sole: le condizioni di povertà sono veramente estreme. Noi non ci rendiamo conto del fatto che viviamo in una realtà occidentale». Per questo Sella e Canzonieri racconteranno il viaggio sui loro profili social. «Stateci vicini – chiede il presidente di Don Bosco 2000 – non solo per seguire il viaggio, ma per parlare di Africa, dell’Africa povera; un continente che nel 2050 avrà una popolazione raddoppiata». Durante la traversata l’associazione vuole «raccontare la realtà di zone del mondo in cui il cambiamento climatico sta influendo molto più che da noi e le cure minime non sono ancora garantite per milioni di persone».
Un viaggio verso sud che «noi faremo in nave e in moto con le ambasciate pronte a supportarci se servirà – spiega il presidente dell’associazione – con il satellitare in mano e con una serie di accorgimenti. Un percorso simile, ma in direzione opposta, lo fanno in condizioni durissime decine di migliaia di persone, che poi arrivano in Libia e si mettono sul barcone per arrivare in Europa. Racconteremo anche questo: la povertà estrema che costringe le persone a migrare. Mica le persone migrano per turismo», sottolinea Sella. L’intenzione di Don Bosco 2000 è quella di «riuscire a sensibilizzare su questi temi chi seguirà il viaggio». Persone che per supportare la costruzione del dispensario «potranno donare a partire da cinque euro: se si dona questa cifra, è come se si percorresse un chilometro con noi. E si può donare con i multipli di cinque». Sella parla di «grande solidarietà» da parte di sponsor istituzionali, «ma in realtà stiamo cercando di coinvolgere soprattutto i nostri donatori privati: singole persone già fidelizzate alle nostre attività, che ci sono vicine e ci stanno aiutando». La raccolta fondi è stata già avviata: «Finora sono stati donati circa 30mila euro – conclude il presidente di Don Bosco 2000 – ma l’obiettivo sarà raggiunto quando arriveremo a 100mila».
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