IL GOVERNO NAZIONALE HA STABILITO CHE CHI SFORA IL TEMPO PRESTABILITO NEI PARCHEGGI CITTADINI NON VA MULTATO: DEVE SOLO PAGARE LA DIFFERENZA. INVECE MOLTI COMUNI SICILIANI FANNO FINTA DI NULLA PER FARE ‘CASSA’ SULLA PELLE DEI CITTADINI GIA’ TARTASSATI DALLE TASSE. E LE ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI CHE FANNO? DORMONO?
La questione dei parcheggi e della viabilità nelle città è un vero rompicapo, ovunque. A Palermo è diventata una dannazione con gli ausiliari del traffico che imperversano con i loro moduli per contravvenzioni, elevate specialmente nello zone contrassegnate dalle strisce blu. Ma a quanto pare il fenomeno non è solo palermitano, perché anche a Catania la medesima questione ha raggiunto vertici preoccupanti, laddove la società concessionaria delle zone a strisce blu non solo non fa sconti a nessuno, ma usufruisce pure del servizio di riscossione pubblico per le sue riscossioni private.
Infatti, la società regionale Riscossioni Sicilia spa svolge il servizio anche per Sostare srl, concessionaria del servizio nella città etnea. Un soggetto privato che non ha titolo per utilizzare i servizi di una società pubblica di riscossione che può incassare soltanto tasse e tributi. Di questa vicenda il nostro giornale si è già occupato nei giorni scorsi con un argomentato e documentato servizio di Massimo Greco.
La questione non è di secondaria importanza. Sappiamo bene che nei bilanci comunali le entrate da contravvenzione rappresentano un cespite non marginale. Ma a tutto c’è un limite e, se questo limite viene superato, è bene riprendere in mano la situazione.
Abbiamo assistito e continuiamo ad assistere all’apposizione di improbabili e truffaldini limiti di velocità tali da colpire ignari automobilisti al solo scopo d’impinguare le ‘casse’ di quei Comuni che l’hanno adottato in combutta con le società di riscossione locale. Una vergogna che, stando ai dati, sembra conclusa.
Tornando alle contravvenzioni nei parcheggi va segnalato la querelle in corso a Catania. Un parere del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 20 marzo scorso spiega che, in caso di scontrini orari scaduti, a carico dei proprietari delle automobili parcheggiate non debbono essere appioppate contravvenzioni, ma soltanto il pagamento del tempo di parcheggio in più rispetto all’orario previsto dallo scontrino. Ovviamente, non è previsto nemmeno il pagamento dell’agio all’agenzia di riscossione. Ciò in quanto il ritardo è da ritenere inadempienza contrattuale che va sanata con il suo perfezionamento.
A questa tesi si contrappone l’opinione dell’assessore al Bilancio di Catania, Giuseppe Girlando, il quale osserva che la magistratura ha dato ripetutamente ragione alle loro tesi, riconoscendo la validità delle sanzioni amministrative erogate, e pertanto il Comune ritiene di dovere assumere quale riferimento i pronunciamenti giurisprudenziali piuttosto che le indicazioni ministeriali.
A Catania l’attuale concessione scadrà nel prossimo mese di giugno e sarà quel Consiglio comunale a decidere quale criterio assumere sulla vicenda in occasione dell’eventuale rinnovo.
A pochi chilometri da Catania, invece, il Comune applica le direttiva ministeriale a tutela dei cittadini. A Catania, invece, il Comune punta alla ‘cassa’…
Veniamo a Palermo. A parte la considerazione che gli ausiliari del traffico non rivestono la funzione di pubblico ufficiale, riteniamo che non abbiano titolo per elevare contravvenzioni amministrative. E’ l’amministrazione comunale a dovere fissare i criteri di gestione degli spazi urbani contrassegnati dalle strisce blu.
Abbiamo avuto la sfortuna di avere affidato la gestione dei parcheggi stradali di superficie (strisce blu) alla società Apcoa, che per fortuna non c’è più. Resta soltanto il ricordo di un infausto periodo di gestione amministrativa dell’ex sindaco Diego Cammarata che speriamo, per il futuro della città, non debba mai più ripetersi.
Ma nel contempo non possiamo trascurare il fatto che, in materia di viabilità urbana, la gestione dell’Amministrazione comunale di Leoluca Orlando non ci pare stia brillando per l’adozione di particolari opzioni innovative. Sull’argomento complessivo del traffico ci ripromettiamo di intervenire in altra occasione, magari quando parleremo del nuovo Piano regolatore generale che dovrà essere tassativamente accompagnato nella sua elaborazione dal Put, cioè il Piano urbano del traffico.
Piano che dovrà avere una proiezione metropolitana e dovrà rigorosamente regolamentare i flussi di traffico pendolari e possibilmente eliminare la vergogna dei posteggi riservati a chi è titolare di un esercizio commerciale o ai residenti.
I parcheggi autostradali di superficie assumono un’importanza primaria nella pianificazione del traffico urbano. In questo senso siamo più d’accordo con la direttiva ministeriale che non con la giurisprudenza assunta come riferimento dall’assessore al Bilancio del Comune di Catania.
La verità è che dovrebbero essere i cittadini di Palermo a far sentire la propria voce, con una bella class action. Magari sorretta da associazioni dei consumatori meno legate al potere e più vicine ai cittadini.
Non è concepibile – l’abbiamo scritto più volte e torniamo a ribadirlo – che a Palermo non solo trionfino le strisce blu illegittime, ma che si elevino contravvenzioni pesanti a chi va al di là dell’orario, quando una direttiva del Governo nazionale – l’abbiamo già detto a proposito di Catania – preveda solo il pagamento di qualche euro in più!
Al Sindaco di Palermo diciamo che a vigilare sul traffico sia la Polizia urbana, un corpo qualificato che costa alla comunità una bella somma del bilancio comunale e non gli ausiliari del traffico!
La questione del traffico è molto seria sia per l’immagine della città, sia per il funzionamento della vita urbana. Questione che non può essere affidata alla cura di dilettanti allo sbaraglio solo per allungare la lista dei precari e delle clientele. Questo, di sicuro, non è un buon servizio.
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