Palermo, zona nord della città, quartiere Criullas. Un tempo borgata agricola. Orti, aranci, limoni e mandarini. Oggi il cemento ha in buona parte soppiantato alberi e abitazioni rustiche. La scena si svolge in una scuola elementare. Una quinta classe. Durante la lezione, proprio mentre la maestra spiega, tre ragazzini si avventano su un compagno. Pugni, calci. Una scena tremenda. Pochi attimi che sembrano uneternità. Il bambino colpito resta a terra. Respira a fatica. Un calcio gli ha quasi distrutto un polmone. Un dramma.
La maestra non ho avuto il tempo di fermare la furia dei suoi alunni. E lei che lancia lallarme. A meno di un chilometro dalla scuola cè lOspedale Cervello. Immediato larrivo dellambulanza del 118. In pochi minuti il bambino è al Pronto soccorso. I calci che gli hanno assestato al petto gli hanno provocato una bolla daria. Da qui la crisi respiratoria. Il tempo di prestare i primi soccorsi e, poi, via di corsa verso lOspedale dei bambini. (a sinistra, foto tratta da giornalettismo.com)
Intanto, a scuola, è il caos. Preoccupano le condizioni del bambino. La maestra non sa cosa dire. La classe – una quinta come già ricordato – è vivace. Nessuno, però, si aspettava un fatto di tale gravita. Unesplosione di violenza di questa portata non era messa nel conto.
Si cerca di capire che cosa può essere accaduto. La maestra ha raccontato che tutto è avvenuto nel giro i pochi secondi. Impossibile intervenire. I compagni che hanno aggredito il bambino sono vicini di banco. Laggressione, insomma, sarebbe stata fulminea.
È una violenza che non accetto – dice la dirigente scolastica Rita Napoli a la Repubblica di Palermo – e già da qualche tempo in questa classe accadono episodi che mi hanno spinto a chiedere il supporto dell’operatore psicologico. Questo caso è stato il più grave di una escalation di problemi che si sono palesati dall’inizio dell’anno.
Per lunedì la dirigente scolastica della scuola ha convocato genitori e figli. Per affrontare insieme i problemi di una scuola che, forse, non è esagerato definire difficile.
Non nascondo che la classe è molto irrequieta e la gestione è problematica – aggiunge Rita Napoli – il bambino aggredito non ha mai avuto alcun problema di aggressività.
Il problema riguarda i bambini che si sono avventati sul compagno riempiendolo di pugni e calci. Che fare? “Sospenderli sarebbe troppo facile. Qui a Cruillas i bambini amano stare in strada. Invece ho pensato di proporre agli altri insegnanti di fargli frequentare per qualche giorno una classe inferiore. Un modo per fargli comprendere che forse non sono ancora maturi per stare in una quinta”.
Si teme che qualche provvedimento disciplinare posa colpire pure la maestra. Che, però, a giudicare dalle notizie relative ai fatti accaduti, non sembra abbia grandi responsabilità, come conferma la stessa direttrice dellistituto comprensivo: “Ho ricevuto la relazione dell’insegnante e non mi sembra che ci siano gli estremi per una sanzione, ma anche su questo sto ancora riflettendo”,
La madre del bambino finito in Ospedale, ieri, ha contattato un avvocato. Non è da escludere che decida di sporgere denuncia per quanto accaduto. (a destra, foto tratta da giornalettismo.com)
Sulla vicenda indagano anche le forze dellordine Nelle prossime ore verranno sentiti la mamma del bambino colpito e gli insegnanti.
Nel quartiere di Cruillas ci si interroga su quanto avvenuto. Nellistituto non sono mancati altri episodi un po sopra il rigo. Nulla a che vedere, però, con il bullismo. Una novità amara. Inutile ricorrere alle solite interpretazioni. A Cruillas i bambini amano stare in strada. Ma questo non spiega la reazione violenta. Chissà cosè passato nella mente di tre bambini che stavano per ammazzare un loro compagno a calci e pugni.
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