SONO LE IDEE ELABORATE DAI PROTAGONISTI DI UN GRUPPO DI ASSOCIAZIONI. PER VALORIZZARE IL VERDE PUBBLICO E TUTELARE LA CITTA’ DALLE SPECULAZIONI DELLA VECCHI AMMINISTRAZIONE COMUNALE. MA ANCHE PER METTERLA AL RIPARO DA CERTE ‘OPERAZIONI’ DELL’ATTUALE AMMINISTRAZIONE
In questa fase del dibattito urbanistico di Palermo – nel corso della quale, alla fine del periodo di validità del Piano regolatore vigente, improvvisamente ci si accorge che le previsione e le relative prescrizioni del Prg sono zeppe di errori – c’è qualcuno che si preoccupa di dare dignità e profilo prospettico al futuro della nostra città. E’ il caso di una seria riflessione che un gruppo di associazioni, unitamente all’Istituto A.Gramsci siciliano, ha avviato nei giorni scorsi nel corso di un convegno di studio convocato presso la Camera di Commercio di Palermo.
Ci piace premettere alla disamina delle analisi e delle proposte venute da quella riflessione che esistono nella nostra città energie ed esperienze urbanistiche di alto e pregnante profilo culturale da mettere a profitto, anche perché sono espressione di chi la città la conosce, ci vive, l’ha studiata per anni e ne ha vissuto le varie epoche e, perché no?, anche i processi di distruzione e di crescita speculativa verificatisi nel corso degli ultimi 50-60 anni. Ne ha patito il deturpamento e vorrebbe concorrere ad alleviarne le deficienze, fermarne il degrado e prospettare il suo futuro di città metropolitana.
Ci piace anche dichiaraci molto d’accordo con le proposte sia metodologiche che sostanziali che sono venute dalla riflessione sul futuro urbanistico di Palermo, contenute nel compendio all’uopo proposto dalle associazioni che hanno dato vita a questa iniziativa. Un significativo apprezzamento rivolgiamo all’impegno appassionato che Nadia Spallitta, vice presidente vicario del Consiglio comunale, ha profuso nella circostanza, segno del suo amore per la sua città che vorrebbe più bella, più vivibile, più affascinante e magari più civile.
Ricaviamo da una ricca e particolareggiata relazione che il professore, ingegnere Nino Vicari ha predisposto, in uno con tutte le associazioni che hanno promosso il simposio presso la Camera di Commercio di Palermo, sia le indicazioni di metodo nell’approssimarsi alla redazione del nuovo Piano regolatore generale, sia le proposte sostanziali alle quali dovrebbe tendere l’indirizzo del nuovo progetto di città. Già, perché è proprio un nuovo progetto di città che auspicamo i promotori dell’evento culturale promosso dalle associazioni che qui vogliamo ricordare singolarmente: Amici dei musei, Associazione nazionale insegnanti di Storia dell’Arte (Anisa), Dimore storiche, Italia Nostra, Fai e Salvare Palermo. Un parterre di alta qualificazione culturale e progettuale.
L’escursus storico-urbanistico della città è più che puntuale ed è interessante leggerlo a parte. In questa sede ci limitiamo a riportare le analisi che accompagnano le direttive generali alla elaborazione del nuovo Prg, che comprendono, per sintesi, le seguenti indicazioni:
– Palermo possiede una dotazione di servizi pubblici da completare ed integrare, una rete del trasporto in gran parte da realizzare e grandi risorse culturali e ambientali poco utilizzate;
– la città storica – con riferimento ai quattro mandamenti – presenta sacche di marginalità e di abbandono per la residua presenza dei ruderi causati dalla guerra conclusasi ben 70 anni addietro;
– il tessuto della città ottocentesca risente della carenza di dotazione di servizi, tuttavia si conserva bene;
– le borgate sono state inglobate dallo sviluppo urbano ed hanno perso le loro caratteristiche;
– le ville monumentali della Piana dei Colli sono state largamente mortificate dall’espansione dell’edilizia moderna, sostanzialmente decontestualizzate, hanno perso molto del loro valore;
– la fascia costiera è ormai marginalizzata sia per l’inquinamento, sia per l’inadeguato sviluppo urbano delle sue prossimità;
– la Valle dell’Oreto è stata abbandonata e, perciò stesso, degradata;
– l’ex area agricola, al di là della Circonvallazione, è stata violentata dall’abuso edilizio, con il risultato di avere distrutto l’habitat della Conca d’Oro.
Sul terreno metodologico la relazione suggerisce all’Amministrazione comunale di procedere alla realizzazione del Piano del Verde attraverso l’adozione dello strumento del Piano particolareggiato attuativo, in variante del vigente Piano regolatore, e la contemporanea revoca di tutte le destinazioni già deliberate, sia dalla vecchia Amministrazione che dall’attuale, allo scopo di contenere l’ulteriore consumazione del suolo. Questo accorgimento è oggi ancor più necessario in vista di una diversa proiezione del nuovo Prg che dovrà necessariamente avere una prospettiva metropolitana, se è vero che. bene o male, questa dimensione urbanistica ed amministrativa è stata sancita da una recente approvata dal Parlamento siciliano.
Per la nuova elaborazione del futuro Piano regolatore generale occorrerà, quindi, parecchio tempo e frattanto il residuo verde sarà del tutto scomparso. E’ il caso del Fondo Luparello dove si intenderebbe realizzare un folle e inutile Centro direzionale della Regione siciliana e dove già si sono verificate forti resistenze da parte dei cittadini e delle associazioni palermitane.
Il Piano del verde dovrebbe essere preceduto dal censimento del verde agricolo ancora esistente. Infatti, il verde agricolo residuo ormai è improduttivo a causa dell’abbandono da parte dei proprietari che attendono una diversa qualificazione fondiaria che renda più appetibile lo sfruttamento più remunerativo di quelle aree. E’ necessario, quindi, che il nuovo Piano del Verde preveda la gestione agricola di questi terreni da parte di società miste, pubblico-privato, sul modello dell’ex Programma Life assunto negli anni ’90 del secolo scorso dall’allora Amministrazione di Leoluca Orlando con il Parco agricolo di Ciaculli. In questa occasione si potrebbe, per esempio, iniziare dal mandarineto di Maredolce e dall’agrumeto di Villa Napoli.
L’adozione di questi provvedimenti e di questa procedura metterebbe al riparo dall’intervento forzoso dei commissari ad acta, nominati dalla Regione siciliana su richiesta degli assegnatari di finanziamenti di edilizia sociale o cooperativa, anche contro il parere del Consiglio comunale. Ovvero dagli insediamenti di attività commerciali, industriali o artigianali che, invece, potrebbero trovare risposte alle loro esigenze nel recupero delle fabbriche dismesse (per esempio nell’area dell’ex Chimica Arenella) o nell’ambito della più vasta area metropolitana.
La relazione Vicari si conclude con un decalogo, che riportiamo sinteticamente qui di seguito.
Fare precedere, in forza della legge regionale n. 71 del 1978, una variante al Prg esistente con il vincolo le inedificate.
Prevedere le società pubblico-private per la gestione dei terreni agricoli produttivi.
Revoca delle deliberazioni per iniziative edificatorie su terreni agricoli.
Indirizzare verso il patrimonio edilizio esistente il fabbisogno di edilizia sociale.
Recupero del Centro storico e delle antiche borgate, quale corollario della Variante del Verde.
Revisione ed aggiornamento del Piano Particolareggiato Edilizio.
Utilizzare risorse finanziarie europee per il recupero del Centro storico e delle antiche borgate.
Adottare gli strumenti di pubblica utilità nel caso di inerzia dei privati.
Avviare l’elaborazione del nuovo Prg nella prospettiva della città metropolitana.
Coniugare la pianificazione urbanistica ad un progetto di sviluppo economico del territorio metropolitano, individuando le aree per l’insediamento delle attività produttive.
E’ nostra opinione che le indicazioni emerse dalla conferenza della quale, benché con ritardo, stiamo riportando gli elementi essenziali, possa essere accolta integralmente dalla Giunta e dal Consiglio comunale di Palermo, perché ci sembra cosa ben fatta e totalmente condivisibile.
Nota a margine
Le lodevoli considerazioni delle associazioni, sintetizzate dal professore Vicari, valgono anche per tutte le ‘operazioni’ che l’attuale Amministrazione comunale – in parte riprendendole dalla vecchia Amministrazione di Diego Cammarata, in parte con alcune ‘belle novità – ha rispolverato.
Ci riferiamo ai Prusst ereditati da Cammarata, ai Mercati generali, allo scempio del nuovo cimitero di Ciaculli e anche alle errata corrige, ovvero al tentativo di ‘correggere’ il vecchio Piano regolatore con ‘operazioni’ appaltizie di cui conosciamo solo in parte il potenziale distruttivo.
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