Palazzo Airoldi, la facciata vandalizzata di notte «Siamo sotto assedio ma non importa a nessuno»

«Faccio sempre pulire e poi l’indomani siamo punto e a capo. Son stanco, queste cose mi fanno disamorare». È lo sfogo di Giovanni Bertolino, proprietario di Palazzo Airoldi, l’edificio settecentesco di corso Vittorio Emanuele. Domenica mattina la spiacevole sorpresa: l’intera facciata frontale che si affaccia sul corso è stata completamente sfregiata con della vernice nera. Non è stato risparmiato niente, dal portone alle vetrine laterali. «Ho immediatamente denunciato tutto alla polizia, ma non mi hanno ancora fatto sapere nulla», spiega a MeridioNews. Pochi metri più avanti si notano alcune telecamere puntate proprio sulla strada: «Sono in attesa che gli agenti mi chiamino per dirmi cosa è stato ripreso, per sapere se magari riesco a riconoscere qualcuno – dice l’uomo – ma ancora niente, il silenzio più totale».

Non è la prima volta che un atto del genere si verifica a danno dello storico edificio. Ma è la prima volta che si manifesta in queste dimensioni. «Anni fa qualcuno aveva sporcato e io avevo fatto pulire. Però adesso è diverso – continua – Ogni volta sono mille euro, se non di più, che se ne vanno. E come sempre non ci sarà nessun intervento da parte delle istituzioni, non ho mai ricevuto nessun contributo, perché dovrei averne adesso?». C’è molta rassegnazione nelle parole di Bertolino, ma non perde la fiducia e la voglia di dialogare con le nuove generazioni: «Ai giovani voglio dire di continuare a sognare, perché poi la vita li porterà a un bivio e dovranno fare i conti con la decisione di restare qui o andar via e far diventare Palermo solo una meta di vacanze».

«Questa è la terra più bella del mondo, io me ne rendo conto, ma il Comune non ha alcuna assistenza. Mi ha chiamato tutta la strada e le persone che lavorano qui per manifestarmi il proprio dispiacere, ma invece dai carabinieri ancora niente. Siamo nelle mani di nessuno. La pattuglia prima c’era, poi finiu pure questa – dice ancora – Non so quanto possa valere questa denuncia. Non abbiamo Comune, non abbiamo sindaco, non abbiamo assessori, siamo tutti abbandonati a noi stessi e qualunque cosa dovremo farla da noi». Tanta la solidarietà da parte di tutti i commercianti, che subito hanno notato il nuovo atto vandalico realizzato sabato notte. «Mi dispiace tantissimo, ci sono rimasta avvero male – dice una negoziante a Bertolino – Quando ho visto la mia saracinesca imbrattata è stato uno shock, ma non è stata la stessa cosa vedere la facciata del suo palazzo, nel mio caso con una tinciuta ni nisciemu, ma qua piange il cuore». Qualcuno, invece, si fa prendere dalla rabbia: «Sono dei vandali da linciare in pubblica piazza, per dare l’esempio e non farglielo rifare più. Ma tanto anche se li beccano sul fatto, non gli succede niente», dice il panettiere della zona.

Il Cassaro alto non sembra nuovo in generale a episodi del genere. «La mia saracinesca sembra il vagone di un treno, il problema qui è di tutti», spiega la proprietaria del negozio di fronte a Palazzo Airoldi. «Tutte le saracinesche di corso Vittorio sono ridotte così. A breve, tra l’altro, ce le faranno levare per legge, c’è un progetto della Soprintendenza in corso per sostituirle con le vetrate. E a quel punto la notte cosa accadrà? – si chiede la donna – Sprangheranno le vetrine o ce le ritroveremo esattamente come le saracinesche?». I commercianti lamentano soprattutto la mancanza di un controllo notturno. «Non passa nessuna volante – continua – È da tempo che discutiamo per trovare una soluzione». Un’idea potrebbe essere quella di unire economicamente le forze e pagare un metronotte, «altrimenti rischiamo di trovarci ogni giorno a pulire. L’amministrazione vorrebbe che il Cassaro fosse un gioiello, ma senza controlli non sarà mai così. Ci hanno detto più volte “prendetevi la vigilanza”, ma è giusto che debba pagare di tasca mia per proteggere il lavoro di tutta la zona?». 

Silvia Buffa

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