Palagonia, cede una trave del palazzetto dello sport Sindaco: «Simbolo negativo, va ultimato o demolito»

«Una struttura ultra trentennale, lasciata all’incuria, mai completata e che ha visto il cedimento di una trave, probabilmente anche in virtù della scossa che c’è stata qualche giorno fa». Il sindaco di Palagonia Salvo Astuti commenta il crollo avvenuto due giorni fa all’interno di quello che doveva essere il palazzetto dello sport, in realtà mai ultimato e negli anni vandalizzato e lasciato in stato di abbandono. «È allo stato rustico – spiega a MeridioNews il primo cittadino, che di professione fa l’ingegnere – non ci sono i pavimenti, gli impianti, è un vero obbrobrio».

La struttura risale alla metà degli anni ’80: venne realizzata grazie ai fondi destinati unicamente alla costruzione, mentre lo stralcio relativo al completamento non fu mai finanziato. A fare un excursus storico è l’ex sindaco Valerio Marletta. «Da allora è rimasta così – dice – nella sindacatura precedente alla mia il Comune diede incarico al progettista di allora di revisionare i prezzi e adeguare il progetto alle normative vigenti. L’ente – racconta Marletta – non ha però pagato i progettisti e da qui è nato un contenzioso che ho ereditato durante la mia sindacatura e che va avanti ancora oggi. Io ho parlato con loro provando a chiudere tramite transazione, ma la richiesta era troppo alta e non si è fatto più niente». L’intenzione dell’ex sindaco era quella di pagare i progettisti e tentare la strada della programmazione 2014-2020 per chiedere un nuovo finanziamento ma «per pagarli dovevo andare a mettere una posta in bilancio, che, con il Comune dissestato, era complicato». Se fosse stato ultimato, il palazzetto dello sport di Palagonia sarebbe stato l’unico del «territorio del Calatino dove si sarebbero svolte gare ufficiali di basket e pallavolo».

Dal canto suo, anche Astuti dopo essersi insediato ha dovuto fare i conti con il contenzioso in questione. «Ho cercato di fare una mediazione – ricorda – ho chiuso con i progettisti verbalmente per 18mila euro compreso di Iva, con questa somma dovevano prevedere l’aggiornamento dell’intero progetto e lo stralcio funzionale per il completamento del palazzetto dello sport, nel contempo però stavamo aspettando il bando per poter presentare tutto il lavoro. A dicembre 2017, abbiamo inviato al Governo la richiesta di finanziamento del progetto nel suo insieme, che complessivamente era di tre milioni di euro, ma non è stato finanziato perché la cifra era troppo alta e ci era stato consigliato di fare questi stralci funzionali, quindi in un anno abbiamo vagliato diverse procedure, l’unica possibile sarebbe stata quella del credito sportivo, che prevede un finanziamento a tasso zero, ma il nostro Comune purtroppo è in dissesto e non possiamo accedervi. Questa porcheria – taglia corto il sindaco – è un simbolo negativo di Palagonia e ci preme sistemarla, ci eravamo posti come obiettivo i cinque anni di mandato, oggi con questo parziale crollo non abbiamo più gli altri quattro anni, quindi se entro un anno non ci saranno bandi a disposizione e non potremo utilizzare nessun tipo di strumento, non avendo una bacchetta magica – sottolinea – procederemo con la demolizione». Intanto, Astuti ha fatto un sopralluogo con l’aiuto di un cestello, per «capire come era la situazione vista da sopra, la trave – rivela – non è crollata completamente per cui mi interfaccerò con la Protezione civile per vedere se possono darci una mano a fare degli interventi di messa in sicurezza».

A far discutere è anche la presenza di attrezzature del servizio di raccolta dei rifiuti all’interno della struttura. A sollevare la questione, con un post sul suo profilo Facebook, è stato il consigliere comunale Nicola Giaquinta che definisce «gravissima la responsabilità di chi ha consentito l’utilizzo del palazzetto come deposito nel corso dell’ultimo anno. È assolutamente da incoscienti – si legge – aver messo a rischio l’incolumità dei lavoratori, quando già in campagna elettorale lo stesso sindaco aveva profetizzato che entro 6 mesi, massimo un anno, si sarebbe verificato il crollo della struttura». Il consigliere ha «inviato una comunicazione, chiedendo al presidente della commissione Lavori pubblici la convocazione urgente per discutere e se possibile accertare le responsabilità del caso».

Astuti, interpellato da MeridioNews, conferma la presenza di vecchi cassonetti. «Da quando siamo passati alla raccolta differenziata, nel settembre 2017, non ci servono più quindi li abbiamo messi lì perché non possiamo buttarli». Valerio Marletta, invece, ammette che quando era amministratore «le due ditte che gestivano il servizio di raccolta dei rifiuti precedentemente, ci avevano proposto di mettere i loro mezzi dentro il palazzetto ma io ho sempre detto di no perché non ha mai avuto l’agibilità».

Per quanto riguarda la «profezia», era stato lo stesso ingegnere, durante un comizio nel mese di giugno 2017 a dichiarare che aveva effettuato un sopralluogo e che «entro sei mesi» sarebbe crollato il tetto, perché «le travi in legno stanno cedendo – diceva – in particolare una si è spaccata». Oggi, il primo cittadino fa un’altra previsione. «Anche il resto del tetto cadrà e se da qui a poco non interveniamo potrebbe crollare tutto quello che resta. Da tecnico, le dico che se dovesse cedere il tetto, le macerie finirebbero all’interno e quindi non c’è nessun pericolo, ma nel momento in cui piove e l’acqua verrà assorbita dalla terra del palazzetto, anche le fondazioni avranno un nocumento di fatto e quindi si bagnerà tutta la struttura», col rischio, dunque, che subisca dei danni tali da comprometterne la stabilità ma «noi – precisa subito il primo cittadino – la demoliremo prima» qualora non si riesca a recuperarla. «Sono andato diverse volte all’assessorato regionale delle infrastrutture e a oggi non c’è nessun bando per le strutture sportive che non sia il credito sportivo», aggiunge.

Danilo Daquino

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