Palagonia, c’è aria nervosa in Consiglio comunale Chiesta sfiducia del presidente Fabrizio Brancato

«Chiediamo la sfiducia nei confronti del presidente del Consiglio e la sua immediata revoca dall’incarico». La richiesta arriva da dieci consiglieri comunali di Palagonia, tutti di maggioranza, che qualche giorno fa hanno presentato una mozione perché ritengono Fabrizio Brancato «inadatto ad una gestione corretta delle sedute e non conforme ai compiti istituzionali cui è stato chiamato ad assolvere in qualità di garante dell’assise cittadina». In particolare, a provocare il malcontento, è il fatto che «in 18 mesi le commissioni consiliari si sono riunite poco o niente e lui non è intervenuto convocando i presidenti per farsi dare spiegazioni sulle ragioni – spiega a MeridioNews Gaetano Sipala, tra i firmatari dell’atto – nemmeno i capigruppo si sono riuniti perché lui non ha dato mai l’input, insomma non è condivisibile questa situazione e anche per questo non vediamo in lui una figura istituzionale stabile». 

Sotto i riflettori, sono finiti anche alcuni messaggi inviati su WhatsApp, dove «il presidente sistematicamente denigra i colleghi consiglieri, con ragionamenti fuori dal contesto logico e con nomignoli ingiuriosi che lo stesso distribuisce con imparzialità», si legge nel documento presentato in questi giorni. Dal canto suo, Sipala ammette di non avere mai ricevuto offese da parte di Brancato. «So che ad alcuni consiglieri ha mandato alcuni messaggi un po’ bizzarri e particolari – rivela – ma non rivolti a me. Noi consiglieri di maggioranza ci siamo riuniti diverse volte, in alcuni casi anche col sindaco che ha peraltro richiamato il presidente ma lui non si è voluto dimettere, dunque siamo passati alla mozione ma solo per questioni istituzionali, non politiche», precisa.

Di parere contrario i tre consiglieri di opposizione, Valerio Marletta, Nicola Giaquinta e Maurizio Toro, che invece non condividono l’atto e smentiscono quanto viene contestato a Fabrizio Brancato. «Il presidente avrebbe dovuto convocare le commissioni solo nel caso in cui l’amministrazione avesse inviato in segreteria degli atti da sottoporre successivamente al consiglio comunale – sostiene Giaquinta – dal momento che questo non è avvenuto, Brancato quale presidente di commissione avrebbe dovuto richiamare all’attività? Inoltre le riunioni dei capigruppo sono state effettuate, l’ultima poco prima di un consiglio comunale, delle volte è capitato solo che alcuni non si sono presentati». A suscitare la curiosità del consigliere, comunque, sono i «nomignoli» cui si fa riferimento nella mozione, di cui nessuno dell’opposizione era a conoscenza. 

«Si indica una imparzialità nel loro uso, quindi si riferiscono anche a noi. Non difendiamo l’attività politica del presidente del Consiglio, dalla quale prendiamo le distanze – sottolinea Giaquinta – però le questioni sollevate dai consiglieri di maggioranza di fatto non hanno riportato cose realmente successe o veramente gravi, avremmo dovuto lamentarci noi dell’opposizione di alcuni atteggiamenti poco imparziali da parte del presidente e invece lo fanno loro, io penso che ci sia qualcosa di diverso dietro». Adesso si attende la prossima seduta del consiglio comunale, quando la mozione sarà messa ai voti: «Come da regolamento, il presidente ha trenta giorni per fissare la data», specifica Gaetano Sipala. 

Oltre a lui, a firmare sono i consiglieri Giusi Vitale, Giuseppe Milluzzo, Santo Rossitto, Raffaele Malgioglio, Giancarlo Brancato, Lucia Vaccaro, Antonino Ardizzone, Bernardo Vaccaro, Mario Trentino, Michele Lauria e Francesco Fazzino, quest’ultimo proposto come presidente del consiglio comunale qualora Fabrizio Brancato dovesse essere sfiduciato. «La mozione è assolutamente inadeguata e totalmente in linea con l’operato politico non trasparente dell’attuale amministrazione – aggiunge Giaquinta –. Gli unici a meritare un atto di sfiducia sono sindaco e assessori per le gravi responsabilità, legate all’aspetto della scarsa trasparenza amministrativa messa in atto in questi quasi due anni». MeridioNews ha provato a contattare il presidente del Consiglio Brancato per una replica ma senza successo.

Danilo Daquino

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