Pagliarelli, 25 detenute imparano l’arte casearia «Dal carcere strumenti per reinserirsi in società»

«La struttura carceraria non è solo un luogo dove espiare una pena ma deve fornire tutti gli strumenti che permettano la rieducazione del condannato e favorirne il reinserimento nella società. Ecco che il corso caseario ha permesso di apprendere l’arte di un mestiere. Ci teniamo particolarmente a educare e insegnare un possibile lavoro a tutti i 1306 detenuti, in una struttura che ne può accogliere 1500». Queste le parole di Francesca Vazzana, direttrice del carcere dei Pagliarelli che oggi ha consegnato il diploma alle venticinque allieve che sono arrivate fino in fondo. 

Un impegno gravoso quello dell’organizzazione di un corso che prevede l’utilizzo di strumenti per lavorazione del latte ma che non ha scoraggiato l’Istituto Zooprofilattico della Sicilia: «Questi corsi – sottolinea Santo Caracappa, direttore sanitario, danno l’opportunità di reinserirsi nel mondo del lavoro avendo avuto modi di imparare i rudimenti del mestiere di casaro.Sono stati trasformati circa 3000 litri di latte e prodotti oltre 300 chilogrammi di ricotta e 450 di formaggio pecorino e paste filate».

Al progetto hanno partecipato il distretto 2110 del Rotary, l’università di Palermo, la Coldiretti e i numerosi soprattutto gli agenti e tutto il corpo responsabile della struttura del Pagliarelli. «Sono veramente entusiasta – rivela Giuseppe Ingraffia, presidente provinciale della Coldiretti di Palermo- che di fatto, visto la sua esperienza nel settore caseario, ha seguito le allieve per tutti gli incontri.Il corso ha previsto dodici lavorazioni e quindi l’apprendimento delle basi del lavoro del latte, culminate nella realizzazione ad esempio della ricotta per i nostri cannoli siciliani. Per me è un’esperienza sicuramente da ripetere».

È in occasione della fine del corso che le porte del Pagliarelli si sono aperte all’esterno, un momento di festa condiviso, che ha visto la partecipazione delle venticinque allieve che hanno curato ogni minimo dettaglio, dalle sedie per accogliere gli organizzatori e i giornalisti a una lunga tavola imbandita di tutti prodotti che sono riuscite a realizzare con le loro mani. Un momento che ha avuto la giusta conclusione con la consegna degli attestati che oltre ad avere un valore puramente didattico per molte rappresenta la possibilità di costruirsi un futuro migliore dove la risocializzazione e il lavoro onesto devono diventare le linee guida .

Ambra Drago

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