«Un altro importante risultato per la nostra agricoltura». Così il sindaco di Pachino Roberto Bruno commenta la decisione del Tar di Catania di accogliere il ricorso presentato dal Comune contro l’istituzione delle zone speciali di conservazione (Zsc) nei pantani da parte del ministero dell’Ambiente che, lo scorso dicembre, aveva posto dei vincoli sulla zona costiera che ricade nel territorio pachinese.
«Si tratta di un’area molto ampia – spiega a MeridioNews il primo cittadino -. Nell’avvio del procedimento, il ministero non ha tenuto conto di un vizio di forma, cioè che le cartografie utilizzate per la perimetrazione erano parecchio datate, rimaste ferme a quando l’agricoltura di Pachino era incentrata sui vigneti, che non arrivavano nelle zone marittime per ragioni di salinità dei terreni, non tenendo dunque in considerazione la forte antropizzazione agricola avuta nel comprensorio nel corso degli ultimi 30 anni, con l’avvio dell’agricoltura in serra che invece si presta alle condizioni ambientali delle aree costiere. Qualora i livelli di tutela fossero stati lasciati pacificamente operativi – precisa Bruno – sarebbero stati talmente forti e stringenti da far cessare le attività agricole che di fatto corrispondono a una caratteristica particolarmente dinamica dell’economia locale».
Il fatto che il ministero non fosse, in un certo senso, informato sullo sviluppo agricolo del territorio pachinese appare come una «contraddizione» per il presidente del consorzio di tutela Igp pomodoro di Pachino, Salvatore Lentinello, che si domanda come sia possibile che lo stesso tutore del marchio, blocchi le produzioni ponendo in essere dei paletti così rigidi. «Anche il consorzio si è occupato della questione, presentando ricorso, sul quale il Tribunale amministrativo si era già pronunciato accogliendolo», specifica Lentinello.
Dal canto suo il primo cittadino pachinese, che a gennaio aveva accolto la vittoria nel ricorso sull’attivazione di siti di importanza comunitaria (Sic) e zone di protezione speciale (Zps), tiene a sottolineare che la soddisfazione non significa volere trascurare il territorio dal punto di vista ambientale. «Non siamo contrari ai vincoli di tutela, vogliamo semplicemente che vengano rispettate le decisioni di questa comunità rappresentata dall’ente e in queste procedure non siamo mai stati coinvolti», ribadisce Bruno. La vicenda intanto andrà avanti e si attende la reazione del ministero dell’ambiente, che potrebbe decidere di impugnare la sentenza o di convocare amministratori e produttori locali per un confronto. «Abbiamo chiesto l’istituzione di un tavolo tecnico alla Regione, ma non abbiamo avuto ancora notizie – prosegue il sindaco -. Aspettiamo di essere coinvolti nelle decisioni e ci auguriamo non ci siano più imposizioni e scelte calate dall’alto. Da parte nostra – conclude – siamo pronto a lavorare a una nuova riperimetrazione delle aree». Della stessa opinione anche Lentinello: «L’idea che abbiamo noi è quella di sederci ad un tavolo e spiegare che tipo di attività si svolge nel nostro territorio e arrivare a una soluzione comune – commenta -. Questo è il minimo che ci aspettiamo dal ministero, mi auguro che non si giochi sulla pelle e sull’economia delle persone».
Chi sulla vicenda, almeno per il momento, non si esprime sono gli ambientalisti. MeridioNews ha contattato Legambiente per un commento, ma i responsabili locali hanno deciso di prendere tempo per approfondire i contorni della vicenda, prima di prendere posizione sui risvolti della decisione del Tar.
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