Ottobre è passato, la ‘bozza’ di bilancio ancora non c’è

Lo sappiamo: ora diranno che siamo noiosi, che pensiamo sempre ai problemi di bilancio, al deficit della Sicilia e bla bla bla. Noi, però, dal nuovo presidente della Regione, Rosario Crocetta, nelle sue dichiarazioni post elettorali avremmo voluto sentire qualche parola meno confusa sulla riduzione dei costi della politica (a cominciare dalle mega indennità dei 90 parlamentari che vanno ridotte) e qualche parola sulla situazione finanziaria. E, magari, qualche impegno per il mondo delle imprese. 

Invece, da quello che abbiamo capito, si sta aprendo un dibattito sull’assegnazione della presidenza dell’Ars. Giustissimo eleggere al più presto il numero uno di Sala d’Ercole, ma altrettanto urgente ci sembra la questione del bilancio, considerato che un gran numero di Comuni dell’Isola, a causa della gestione dissennata del Governo Lombardo, non paga chi da due, chi da tre mesi gli stipendi al personale. E non li paga perché la Regione non ha versato ai Comuni i fondi previsti dalle leggi.

Ci rendiamo conto di rischiare di rovinare a Rosario Crocetta la sua felicità per l’elezione a presidente della Regione. In compenso, gli possiamo assicurare che non avrà il tempo di annoiarsi, perché i ‘bordelli’ di bilancio che troverà saranno immani.

Ci permettiamo solo di ricordare che il Governo uscente non ha presentato il ‘bozzone’ della manovra economica 2013. E non l’ha fatto per un motivo semplice: perché i conti della Regione non tornano. Detto in soldoni, le spese della Regione previste dalla legislazione vigente sono di gran lunga superiori alle entrate.

Così, il Governo Lombardo – che poco prima di andare via ha provato a effettuare tutte le nomine di questo mondo (in buona parte illegittime, con riferimento a quelle effettuate dopo il 4 agosto, giorno in cui è entrata in vigore la cosiddetta legge blocca-nomine) – ha lasciato in eredità al nuovo Governo un ritardo di un mese nella preparazione del ‘bozzone’ di bilancio.

Il tutto mentre il deficit di competenza della Regione siciliana – a detta dei magistrati della Corte dei Conti – si attesta intorno a 6 miliardi di euro. A fronte di un deficit di ‘cassa’ che sfiora i 2 miliardi di euro. E poiché il Governo Monti non ‘regalerà’ mai e poi mai 2 miliardi di euro alla Sicilia, bisognerà capire come affrontare il problema.

Il tutto mentre l’agricoltura siciliana è allo sbando, le industrie (le poche che rimangono in piedi, ovviamente) sono ‘boccheggianti’, i lavori pubblici sono rigorosamente bloccati, i fondi europei non spesi, i Piani di assetto idrogeologico mai applicati in attesa delle nuove inondazioni, la grande distribuzione organizzata presente in Sicilia che riesce a vendere i prodotti con prezzi che sono tra i più alti d’Italia e a massacrare i piccoli negozi artigianali. Eccetera, eccetera, eccetera.

Lo sappiamo: roviniamo la festa. Ma noi il nostro lavoro lo dobbiamo fare. 

 

 

Giulio Ambrosetti

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