Ospedali, nel Catanese interventi per quasi 53 milioni Fra i progetti Pronto soccorso Policlinico e San Marco

Quasi 53 milioni di euro. Precisamente 52 milioni e 900 mila euro è la cifra totale dei fondi per la provincia di Catania inseriti nel decreto dell’assessorato regionale alla Salute, che finanzia progetti immediatamente cantierabili in materia di strutture ospedaliere. Sono soldi vecchi, anche di circa 20 anni – la delibera Cipe più vecchia a cui si fa riferimento è del 1998 – rimasti congelati, che adesso dovrebbero essere definitivamente sbloccati grazie al provvedimento firmato dall’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza. Il 95 per cento dei fondi arriverà dallo Stato, tramite vecchie delibere del Cipe, il restante cinque per cento è a carico della Regione

Il primo intervento etneo in ordine di importanza è quello che riguarda l’acquisto di attrezzature specialistiche per il Pronto soccorso, emergenza medico chirurgica, accettazione, rianimazione, centro trasfusionale e poliambulatorio del presidio ospedaliero Gaspare Rodolico di Catania. La quota del finanziamento ammonta a un totale di 13 milioni e 426mila euro. «È una somma complessiva – spiega a MeridioNews il direttore generale del Policlinico di Catania, Paolo Cantaro – che sarà destinata sia al San Marco che al Rodolico». Si tratta di due strutture entrambe ancora da avviare

«Per quanto riguarda il Pronto soccorso del Policlinico, come ripeto oramai da tempo – ribadisce Cantaro – è tutto pronto, si tratta solo di verificare le modalità con cui avviare il trasferimento. Questa è una fase – aggiunge – in cui però la politica è particolarmente lenta, mentre io continuo ripetutamente a chiedere di accelerare perché quella struttura potrebbe già essere perfettamente ricettiva da tempo». Ritardi e lentezze anche sul fronte dell’ospedale San Marco di Librino. «A questo punto – conclude il direttore generale – speriamo di poter avviare in tempi brevi, contemporaneamente, entrambe le strutture». In teoria, la scadenza era stata fissata per il mese di febbraio

Dodici milioni e 900mila euro è la quota dei fondi per la realizzazione di una struttura poliambutoriale presso il presidio ospedaliero Cannizzaro di Catania. «Si tratta di un progetto presentato nel 2012 che – spiegano dall’amministrazione del nosocomio – prevede la costruzione di un padiglione dedicato ad attività ambulatoriali con tutto quello che dovrebbe contenere. La struttura ospiterà – precisano – tutte le attività che non prevedono ricoveri per alleggerire il resto dei plessi in cui attualmente è suddivisa l’azienda ospedaliera». Stando a quanto riportato nel progetto originario, questo nuovo padiglione dovrebbe essere realizzato nell’area dove attualmente si trova l’elibase del 118 dell’ospedale Cannizzaro che verrebbe, a sua volta, spostata in un terreno attiguo.

Altro progetto importante per la città di Catania è quello che prevede la ristrutturazione e la messa in sicurezza dei plessi del presidio ospedaliero Garibaldi centro cui è stato assegnato un totale di sei milioni di euro. «Si tratta – illustra il direttore generale Giorgio Santonocito – di una prima tranche di un finanziamento complessivo di 17 milioni di euro in tutto per la costruzione di una palazzina, denominata B, di fronte all’attuale struttura del Pronto soccorso». Il nuovo edificio dovrebbe servire per ospitare strutture specialistiche – come neurochirurgia, cardiologia o neurologia – che non rientrerebbero nei locali della palazzina A del Pronto soccorso. 

Intanto è in programma per domani la camera di consiglio al Tar in cui verrà decisa la ditta appaltatrice che si occuperà della realizzazione dell’ampliamento della struttura del Pronto soccorso. «Dal momento della scelta della ditta – afferma Santonocito – per la costruzione è previsto un lasso di tempo che può andare dai 18 ai 24 mesi. Speriamo di avere a disposizione i due mono blocchi nel più breve tempo possibile avere tutto a norma sotto il profilo sismico, incendiario ed energetico ma soprattutto per evitare spostamenti dei pazienti in ambulanza da un presidio a un altro con un costo di oltre 870mila euro l’anno». 

Marta Silvestre

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