C’è grande preoccupazione intorno alla questione dell’Ospedale Giglio di Cefalù in merito alla possibile chiusura, secondo quanto previsto dal piano preparato dall’assessore alla Salute Baldo Gucciardi, di Oncologia, Neurologia, Emodinamica, Urologia e Chirurgia vascolare. Se ciò dovesse accadere, la struttura perderebbe il posto di primo piano che occupa in questo momento nel territorio palermitano. Senza contare che a rischio ci sono 150 posti di lavoro oltre alla riduzione di 60 posti letto nella struttura.
«I tagli che deriverebbero dall’approvazione del nuovo Piano Sanitario Regionale sono tali da impedire il perseguimento delle finalità previste dallo Statuto della Fondazione Giglio – ha commentato il sindaco Rosario Lapunzina – e mettono, pertanto, a rischio l’esistenza della Fondazione stessa. Ci chiediamo, rispetto agli impegni assunti appena un anno fa, quali obiettivi persegue la Regione Siciliana, che, è bene ricordarlo, è socio fondatore, assieme al Comune di Cefalù, all’A.S.P. di Palermo, all’Azienda Ospedaliera Villa Sofia – Cervello di Palermo e all’Azienda Ospedaliera di Civico – G. Di Cristina – Benfratelli di Palermo».
Il primo cittadino ritiene indispensabile un’urgente assemblea dei Soci fondatori, in cui si faccia chiarezza degli intendimenti di ciascuno. «Ho già chiesto al Presidente del CDA di farsi parte attiva per la immediata convocazione della riunione, alla quale sono certo che il Presidente della Regione vorrà assicurare la sua presenza, per farci conoscere in che termini il Governo regionale vuole assicurare la sopravvivenza di una Fondazione cui, assieme ad altri, ha dato vita».
Sulla questione Giglio si è mossa in prima linea il Magda Culotta, sindaco di Pollina, che ha già chiesto un incontro all’assessore Gucciardi a nome di tutti i sindaci del comprensorio, per affrontare con lui la questione e verificare se ci sono margini di deroga, aprendo un’interlocuzione con il Ministero. «È però importante – ha commentato la Culotta – che questo percorso sia condiviso da tutto il territorio e che ci sia unanimità di intenti e di proposte. Perché una battaglia così importante e delicata si vince solo mettendo da parte personalismi e logiche di appartenenza».
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