Ennesima aggressione ai danni del personale ospedaliero a Palermo. Questa volta a farne le spese è stato un infermiere del triage del pronto soccorso dell’ospedale Cervello, addetto ad assegnare i codici di priorità dei pazienti che arrivano nell’area di emergenza.
La scorsa notte il dipendente è stato prima accerchiato e poi colpito ripetutamente con alcuni pugni in testa da tre persone che si trovavano nell’area, dopo avere avuto con loro una discussione animata. La vittima è stata medicata, ma ha annunciato che non denuncerà i suoi aggressori.
«Il personale delle aree d’emergenza e degli ospedali siciliani ormai è terrorizzato. Gli episodi di aggressione si susseguono con un ritmo assurdo e inaccettabile. Si tratta, in taluni casi, di vere e proprie spedizioni punitive messe in atto da energumeni come quella di ieri sera – dice il segretario generale della Fials sanità Enzo Munafò – e in queste condizioni non basta neanche la presenza di una guardia giurata».
Secondo il sindacalista occorre un cambio di passo nella lotta alla violenza contro i camici bianchi. «A denunciare non devono essere chiamate le vittime delle aggressioni che sempre più spesso hanno paura di ulteriori ritorsioni – aggiunge -. Ma devono essere i direttori generali delle aziende nella loro qualità di responsabili della sicurezza del personale. La denuncia deve scattare quasi come un atto d’ufficio. Serve una modifica della normativa in modo che le forze dell’ordine procedano all’arresto in flagranza di reato. Solo se i violenti si vedranno ammanettare sul posto davanti a tutti si potrà mettere un argine a questa barbarie».
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