Il solarium allestito sotto largo Aretusa a Ortigia – che all’inizio della stagione estiva aveva già fatto sollevare varie polemiche per la posizione, le dimensioni e i possibili danni ambientali – non è ancora stato smantellato. Listarelle di legno abbandonate sulle palafitte e tubi innocenti ancora conficcati nel fondo marino è ciò che resta del solarium.
«Noi non siamo contrari per principio ai solarium – precisa a Meridionews l’avvocato Salvo Salerno, promotore del comitato Quartieri fuori dal comune che dal 2008 opera per il decoro di Ortigia – ma siamo contrari al fatto che vengano montati in certi siti che sarebbero invece da tutelare, come quello del Forte Aretusa che ha una sua particolare configurazione paesaggistica e architettonica tanto che, infatti, la soprintendenza in origine aveva dato un preavviso di parere totalmente negativo. Questo solarium – dichiara Salerno – lo abbiamo contestato fin da subito ,ma tutto è stato fatto sotto traccia e, per questo, siamo arrivati tardi per impedire che venisse costruito, come eravamo invece riusciti a fare con il solarium di Calarossa».
Dall’accesso agli atti richiesto a giugno «siamo venuti a sapere – racconta l’avvocato Salerno – che c’era l’autorizzazione architettonica ma mancava il parere paesaggistico e che questo, secondo la lettura che fa l’attuale soprintendente, era implicito». Secondo il referente del comitato cittadino il rischio che si palesa adesso è che «nell’assenza di controlli da parte della pubblica amministrazione, avendo questi privati la concessione fino al 2020 le palafitte vengano lasciate lì fino al prossimo allestimento
della primavera del 2017».
Anche l’avvocato Corrado Giuliano – che a metà giugno aveva presentato una richiesta di accesso agli atti di autorizzazione edilizia, nulla osta paesaggistici e concessione demaniale – è preoccupato. «Da una parte – spiega – perché la realizzazione di quel molo allungato a causa del solarium ha sicuramente alterato il sistema delle correnti e infatti la spiaggetta non era mai stata così bassa, la mareggiata ha portato via sabbia e di pietre; e dall’altra mi preoccupa per l’iniziativa del privato titolare della concessione che non ha ancora adempiuto alla prescrizione di smantellare tutto entro il termine ultimo che era stato fissato per il mese di ottobre. Per questa duplice motivazione – conclude l’avvocato Giuliano – stiamo anche sollecitando la capitaneria di porto e il Comune di Siracusa per capire se ci sono delle cose che si sarebbero dovute fare e non sono state fatte, come per esempio il pagamento degli oneri di organizzazione e altre cose di questo genere».
Dalla cooperativa Aretusa Summer assicurano che «entro la prossima settimana sarà smantellato tutto il ponteggio e che il ritardo nello smontaggio è stato dovuto semplicemente al brutto tempo che non ha permesso alla ditta edile incaricata di lavorare». La società, che questa estate ha avuto una ventina di dipendenti, non è nuova nel settore del turismo perché, da anni, opera già anche con una compagnia che organizza escursioni in barca.
«Ascoltando le lamentele dei turisti che vengono da Paesi certamente più civilizzati dei nostri e che si meravigliano delle nostre bellezze poco valorizzate e spesso difficilmente fruibili – continuano dall’Aretusa Summer – abbiamo pensato di fare qualcosa per il bene della città e non certo per danneggiarla. Troviamo le polemiche sterili e ignoranti perché i Sette scogli altro non sono che pali di cemento utilizzati per l’illuminazione di un ex campo di pallamano. Anzi – conclude – temiamo che dietro questo accanimento degli attacchi ci siano anche giochi politici in vista magari anche delle elezioni comunali del prossimo anno».
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