Orazio Arancio, parla il nuovo consulente allo Sport «Rilanciare Catania con progetti a chilometro zero»

Orazio Arancio, catanese di 50 anni, ex giocatore professionista e allenatore di rugby. È lui uno dei due esperti scelti dal sindaco di Catania Enzo Bianco per condividere la delega dell’assessorato allo Sport che il primo cittadino ha deciso di tenere per sé dopo le dimissioni dell’assessora Valentina Scialfa e la nomina della sua sostituta Maria Ausilia Mastrandrea. L’ex campione italiano, membro del comitato nazionale del Coni per il quarto mandato consecutivo e presidente regionale della Federazione italiana rugby (Fir) è stato nominato per occuparsi, in  modo particolare, di iniziative importanti e grandi eventi a partire dal progetto Parco Gioeni, parco dello sport. Accanto a lui ci sarà Enzo Falzone, ex presidente regionale della Federazione italiana di pallavolo. 

«Quello del parco Gioeni è sicuramente il progetto più importante anche perché ha una posizione strategica che lo rende fruibile da tutte le parti della città, da nord a sud, ma prevede tempi piuttosto lunghi. In questo senso, non credo che riusciremo a portare a termine un lavoro in soli sei mesi ma darò la mia consulenza da specialista dello sport per creare le basi per un impianto multidisciplinare per chi verrà dopo a prescindere dal colore politico», dichiara a MeridioNews Orazio Arancio raccontando che già ai tempi della sua tesi di laurea si era concentrato nell’elaborazione di un lavoro sull’economia e lo sport in Sicilia.

Cresciuto nella Fiamma Catania, Arancio passa poi all’Amatori Catania Rugby, club in cui milita per oltre dieci anni. La sua prima esperienza professionistica arriva nel 1996 nelle file del Milan. Nello stesso periodo entra a far parte del gruppo di convocati della nazionale guidata da Georges Coste. Nel 1995 prende parte alla coppa del mondo di rugby in Sudafrica. Gioca poi per un periodo a Tolone, in Francia, e per una stagione alla Benetton Treviso. Successivamente passa al Bologna prima di tornare di nuovo all’Amatori Catania con cui conquista la promozione in serie A. Finisce la carriera da giocatore con la maglia del San Gregorio, altro club catanese del quale poi nel 2008 diviene allenatore. In parallelo all’attività agonistica, Arancio ricopre anche l’incarico di team manager della nazionale Seven.

«Con il primo cittadino ci siamo incontrati in diverse occasioni anche se non ho e non ha mai avuto nessun legame politico specifico. È soprattutto durante il terzo tempo di alcune partite – precisache abbiamo discusso della potenzialità di questa città che sta vivendo un periodo di pessimismo. È soprattutto per questo che mi ero già messo a disposizione per il settore sportivo che è quello su cui ho competenza». Di remunerazione pare non si sia ancora parlato. «Non credo sarà previsto un compenso ma ho accettato a prescindere – afferma – perché è proprio l’ultimo dei miei pensieri». Al di là dei grandi eventi, l’ex campione del rugby ha in mente dei progetti sullo sport a chilometro zero nei quartieri pensati in particolare per gli anziani e i bambini. «Un po’ come fanno in Germania con le zone multidisciplinari, magari finanziate da privati imprenditori in modo da non pesare sulle casse del Comune che versano già in condizioni di difficoltà». 

L’idea di fondo del nuovo consulente del primo cittadino etneo è quella di «ricreare i play ground, degli spazi facilmente accessibili in cui lo sport può essere vissuto attraverso il rapporto diretto con i quartieri. Quando io ero ragazzino c’erano tanti luoghi del genere in città e, negli anni passati, alcune amministrazioni ne hanno realizzati anche se sono stati poi abbandonati e vandalizzati. Lo sport – aggiunge – è un settore importante che deve essere trasversale e appartenere a tutti. Non si può sottovalutare il suo legame con la salute pubblica che non può essere lasciata alla responsabilità dei singoli cittadini». Dal Boschetto della Playa alla Villa Bellini sono tutti posti che il neo consulente comunale ritiene siano sottoutilizzati. «In realtà, penso che potrebbero essere usati in modo diverso, come una sorta di parco sportivo multidisciplinare nel pieno rispetto della funzione degli spazi: dal volley alla pallacanestro, dalla bocciofila a un percorso per correre, dal calcetto alla pallavolo fino alla possibilità di mettere dei tavoli per giocare a dama o a scacchi».

Marta Silvestre

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