Operazione lava, 23 arresti a San Cristoforo Un paniere trasportava droga e denaro

«L’organizzazione criminale operava come in un drive in, disarticolando il processo di vendita in vari passaggi come si fa nel gioco dell’oca». A spiegare le modalità attraverso le quali veniva smerciata la droga nella zona attorno a piazza Caduti del mare, meglio nota come Tondicello della Playa, è il colonnello del comando provinciale dei carabinieri di Catania Alessandro Casarsa. Dall’alba di questa mattina circa 200 militari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 22 soggetti accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. In seguito al maxi blitz antidroga – denominato Operazione lava da una delle vie dove si svolgeva lo spaccio – 19 degli indagati sono stati arrestati, 2 ai domiciliari e uno alla misura di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Per un minore invece è stato emesso un provvedimento restrittivo predisposto dal Tribunale dei Minorenni. Ma le operazioni sono ancora in corso e gli inquirenti stanno cercando di rintracciare altri 6 indagati che non sono stati trovati nelle proprie abitazioni al momento del blitz.

Il traffico delle sostanze stupefacenti nella zona di piazza Caduti del mare aveva il suo centro propulsore tra il civico 4 di via della Lava e il civico 58 di via Trovatelli, una sorta di zona bunker, protetta da numerose sentinelle e formata da un circuito costituito da strade strette e poco accessibili. L’area è stata monitorata attraverso dispositivi audio e video dai carabinieri della Compagnia di piazza Dante, tra dicembre 2012 e marzo 2013. Le indagini – supportate da attività telefoniche, ambientali e di ripresa video – hanno permesso alle autorità di individuare un vero e proprio supermaket della droga, gestito da un’organizzazione curata nei minimi dettagli.
«Le operazioni di indagine sono state effettuate anche grazie alle informazioni rilasciate dal collaboratore di giustizia Goffredo Di Maggio», ha precisato la dottoressa Iole Boscarino della procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania.

Il commercio degli stupefacenti prevedeva un luogo di organizzazione centrale, uno di pagamento e un terzo deputato solo alla vendita. Attorno a queste zone ruotavano diverse figure con ruoli specifici. C’erano le sentinelle, i corrieri, gli spacciatori e due new entry: il lanciatore e il paniere. «Quest’ultimo veniva utilizzato per trasportare droga o denaro, in maniera quasi anonima, visto che la figura del lanciatore ad esso legata veniva continuamente riposizionata in zone o balconi diversi», ha spiegato Casarsa. Il sistema dirigenziale – all’interno di una filiera a rete della droga, in cui operavano circa 30 persone – era gestito dai fratelli Musumeci e dal gruppo della famiglia Scuderi legata ai Santapaola. 

«L’organizzazione criminale operava a partire dalle 15, quasi come in una normale attività commerciale. Ogni due ore gli spacciatori scaricavano nel paniere il denaro ricavato dalle vendite e a fine serata venivano organizzate le riunioni di distribuzione della paga», ha spiegato Boscarino. Il business era di circa 10 mila euro al giorno. Stanotte, nel corso delle operazioni militari, sono stati sequestrati circa 3mila euro di proventi derivati dell’attività di spaccio.

 

Cassandra Di Giacomo

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