Open Arms, fine dell’incubo per i migranti a bordo Sul molo schermaglie tra fazioni pro e contro sbarchi

È stata una donna, la prima a scendere dalla Open Arms questa notte durante le operazioni di sbarco. Sul molo i medici hanno visitato i profughi, che sono poi stati accompagnati verso i pulmini che li hanno condotti nell’hotspot di Lampedusa, dove hanno trascorso una notte tranquilla e piena di gioia ed eccitazione per avere finalmente toccato la terraferma.

Durante le operazioni di sbarco si sono verificate alcune piccole schermaglie tra pro e contro profughi fuori dalla zona rossa all’uscita del primo pulmino con i migranti della Open Arms. La maggior parte ha urlato benvenuti ai naufraghi, mentre un piccolo gruppetto guidato dalla leghista Angela Maraventano ha contestato, accusando anche i cronisti di essere schierati dalla parte dei migranti «che danneggiano l’immagine dell’isola». Le forze dell’ordine hanno poi hanno chiesto ai cameramen di allontanarsi dai manifestanti per non alimentare i dissidi tra le due fazioni.

A commentare le operazioni è stato invece, in un post su Facebook, il responsabile del poliambulatorio di Lampedusa, Francesco Cascio: «sono stati cinque giorni molto difficili e pieni di tensione e amarezza; grazie a Dio stanno tutti bene, resterà una delle esperienze più intense della mia vita. Da oggi mi sento più ricco». A visitare i migranti sbarcati dalla Open Arms, oltre Cascio, anche i medici dell’Asp di Palermo Rocco Billone, Angela Callari e Giuseppe Bordieri. Per nessuno degli 83 profughi è stato necessario fare accertamenti, perché le loro condizioni sanitarie sono state giudicate buone.

Questa mattina intanto la nave, sotto sequestro preventivo da parte della Procura di Agrigento, ha lasciato il porto di Lampedusa e sta facendo rotta verso Porto Empedocle, dove giungerà in serata. L’imbarcazione della Ong spagnola, per i Pm, poteva rimanere a Lampedusa, ma si sarebbero determinati problemi per i collegamenti aerei e con i traghetti di linea a causa della vicinanza del molo con l’aeroporto. 

Miriam Di Peri

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