Laboratori e proiezioni a tema, incontri di scrittura creativa e spettacoli teatrali. È tutto pronto per le attività organizzate da Gammazita e Queers – associazione fondata nel 2014 con lo scopo di sensibilizzare la società sulle tematiche Lgbtqi (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer e intersex) – che culmineranno nella parata per il riconoscimento dei diritti inserita negli eventi nazionali dell’Onda Pride. Un periodo in cui tutto il Paese viene invaso da eventi organizzati nelle varie città. «Abbiamo cercato di fare qualcosa di valore storico oltre che culturale e aggregativo», racconta Francesca Milone, vice presidente di Queers. E la scelta è ricaduta su una due giorni di ricordo dei moti di Stonewall.
È il 1969, esattamente nella notte tra il 27 e il 28 giugno, quando la polizia irrompe nel pub gay newyorkese Stonewall Inn, scatenando violenti scontri. Ne segue una parata con cui il mondo Lgbtqi rivendica il diritto di vivere con orgoglio la propria sessualità e il proprio corpo. Un evento che segna la nascita del movimento di liberazione Lgbtqi in tutto il mondo e che oggi, anche a Catania, viene ricordato e preso a esempio. Il programma di Stonewall memories vedrà susseguirsi nella sede di Gammazita, di fronte al Castello Ursino, incontri ed eventi il 27 e il 28 giugno. Per preparare la città alla Catania Pride, la parata che sabato 2 luglio, alle 17.30, partirà da piazza Cavour per attraversare via Etnea e via di Sangiuliano e arrivare in piazza Teatro Massimo.
Si comincia questo pomeriggio – alle 18 – con il laboratorio di Drag King a cura dell’attrice Vera La Rosa, che riprenderà domani alle 17.30 e a cui seguirà una performance finale la sera del 28. Sempre alle 18 il laboratorio teatrale Sip-In / Tra paradossale e proibito diretto da Lidia Papotto e l’incontro di scrittura creativa Metodo Losje di Anastasiya Bychkova. Alle 20 Andrea La Bardotti Annaro rifletterà sulle conseguenze dei moti di Stonewall e alle 21 verrà proiettato il film Pride, che racconta la parata di Londra del 1984. Domani, dopo i laboratori del pomeriggio, spazio alla video proiezione di ioChi delle fotografe Miriam Ognibene e Serena Di Caro; all’incontro con il giovane scrittore Samuele Carcagnolo e alle esibizioni del gruppo di artisti guidati dall’attrice Alice Ferlito, oltre all’aperitivo a cura di Giovanni Pistritto.
«Quest’anno, per diversi motivi, non siamo nell’organizzazione del Pride – chiarisce Francesca Milone – ma abbiamo voluto dare il nostro contributo con tanti appuntamenti». Perché il movimento Lgbtqi non è del tutto uniforme, come ricorda anche il recente dibattito riguardo alla legge sulle unioni civili. «Siamo felici che sia stato fatto un passo avanti, confermando l’esistenza di una comunità che non ha gli stessi diritti degli altri – commenta Milone, che va oltre la scontentezza per una legge considerata incompleta – Si è iniziato ad avere un’identità e, nei fatti, la legge risponde. Anche a Catania che, a parte qualche spiacevole episodio di omofobia, è gay friendly contro ogni aspettativa».
Il gruppo di cui l’attivista è vicepresidente si interessa soprattutto alla tematica queer, che riguarda la diversità e il rifiuto dell’etichetta come motivo di discriminazione. Uno dei punti centrali è poi la comunanza con le altre battaglie per i diritti. Così, nel caso di Gammazita, Queers ha trovato un alleato. «La collaborazione con una realtà benefica per la città ci aiuta a sensibilizzare e ad abbattere muri – conclude Milone – Si tende ancora a ricercare spazi sicuri dove rifugiarsi, che diventano quasi un ghetto, anziché luoghi dove esprimere se stessi».
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