All’appuntamento lanciato ieri sera sul
profilo Tik tok nato per commemorare Emanuele Burgio, nel luogo dove è stato ucciso la notte tra domenica 30 e lunedì 31 maggio, hanno risposto in tanti. Circa trecento sono le persone, tra amici e parenti di tutte le età, che questa mattina si sono radunate alla Vucciria per «dare un ultimo saluto» al 26enne i cui funerali pubblici sono stati vietati dal questore di Palermo Leopoldo Laricchia, dopo i caroselli per strada, i fuochi d’artificio in vari quartieri e i manifesti con il ritratto del defunto nel luogo del delitto che proprio questa mattina sono riapparsi.
La
gigantografia di Burgio è tornata a occupare gran parte del muro di fronte alla trattoria zia Pina, che era appartenuta propria alla bisnonna della vittima. «Sul cadavere dei leoni festeggiano i cani, ma i cani restano sempre cani e i leoni resteranno sempre leoni». È questa la scritta su uno striscione mentre in altri, appesi ai balconi, qualcuno si è limitato a scrivere «Sei grande Manu». Sul luogo del delitto anche diverse corone di fiori con i nastri con le dediche dei mittenti. Molti dei partecipanti, quasi tutti senza mascherina, indossano delle magliette commemorative su cui sono state stampate diverse foto di Burgio con la scritta «Sarai sempre nei nostri cuori, Emanuele vive».
Tanti applausi e altrettante lacrime sottolineati dalla musica ad alto volume, per lo più neomelodica, proveniente dalle casse di un’auto modificata. Palloncini bianchi sono stati lanciati verso il cielo: su ognuno gli amici di Burgio hanno scritto pensieri e saluti da «Si a vita mia» a «ciao Leone, rimarrai nei nostri cuori». Per l’ultimo saluto a Burgio, amici e parenti hanno anche sparato dei fuochi d’artificio. I partecipanti hanno dato vita anche a un piccolo corteo lungo via dei Cassari che dal luogo dell’omicidio è arrivato fino alla vicina piazza Garraffello. Una commemorazione che prosegue anche sui social: su Instagram sono stati creati due diversi profili per ricordare la vittima: oltre alle foto di Burgio, negli account si vedono anche immagini degli striscioni e dei murales che, in questi giorni, sono stati realizzati per lui.
Intanto, la
funzione funebre si è svolta in forma strettamente privata al cimitero di Sant’Orsola dove la salma è già stata tumulata in un loculo privato acquistato dalla famiglia. Una cerimonia blindata, con diverse camionette della polizia che hanno respinto molti parenti che avevano comunque tentato di andare al cimitero. Nemmeno al padre Filippo, in carcere a Voghera (in provincia di Pavia, in Lombardia) per scontare una condanna per mafia ed estorsioni, è stato concesso il permesso per partecipare. La richiesta presentata dall’avvocato è stata rigettata dal magistrato di sorveglianza per motivi di sicurezza. Per l’omicidio sono stati arrestati i fratelli Matteo e Domenico Romano e il figlio di quest’ultimo Giovanni Battista.
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