A distanza di un anno dalla sentenza, è stata ridotta la condanna per uno degli assassini di Pierantonio Sandri, il giovane niscemese ucciso nel 1995 probabilmente perché testimone di un atto intimidatorio mafioso. Per Marcello Campisi, uno dei due maggiorenni all’epoca dell’omicidio, sono state riconosciute le attenuanti generiche e la pena è stata portata da 18 anni e otto mesi a 14 anni e sei mesi. La stessa condanna che aveva chiesto l’accusa, ma che era stata aumentata dal giudice Oscar Biondi. In appello, invece, Luigi Russo ha accolto l’istanza della difesa, tenendo conto della personalità.
Marcello Campisi e Vincenzo Pisano – entrambi maggiorenni nel 1995 – hanno confessato il reato e sono stati condannati dal tribunale di Catania per omicidio con il riconoscimento dell’aggravante mafiosa. Nell’altro filone seguito dal tribunale dei minori sono stati condannati Salvatore Cancilleri e Giuliano Chiavetta. Il caso è stato risolto grazie al pentimento di quest’ultimo, diventato collaboratore di giustizia. Il corpo di Sandri, infatti, è stato ritrovato sepolto nella sughereta di Niscemi molti anni dopo la sua scomparsa, nel 2009, grazie alla caparbia determinazione della madre Ninetta Burgio che a lungo ha chiesto che fosse fatta luce sulla sparizione del figlio.
Confermati i risarcimenti alle parti civili, il fratello di Ninetta Burgio che è morta nel nel dicembre 2011 e l’associazione Libera. Per la definitiva conclusione della vicenda giudiziaria si attende l’esito dell’ultimo appello pendente, quello di Salvatore Cancilleri. Assolto in primo grado, l’uomo è stato condannato in secondo a 16 anni e sei mesi.
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