Omicidio Pio La Torre, Grasso: “Sulla sua morte troppi profili oscuri”

“Le istituzioni e la società civile hanno il dovere di mantenere sempre viva la memoria di uomini coraggiosi e di servitori dello Stato come Pio La Torre, parlando di loro ai più giovani e impegnandosi concretamente a proseguire nella strada da loro tracciata”. Lo ha detto oggi il Presidente del Senato, Piero Grasso, in occasione del 31esimo anniversario dell’assassinio del segretario del Pci regionale.

“Desidero ribadire la mia intenzione, già espressa nel giorno del mio insediamento come Presidente del Senato, di fare luce sulle pagine buie della nostra storia. I processi hanno accertato l’identità e le responsabilità degli esecutori materiali e dei mandanti mafiosi dell’omicidio, tuttavia, molti, troppi profili restano ancora oscuri. Per questo, accolgo con favore l’appello che mi è stato rivolto , condividendo l’esigenza di un impegno comune ed efficace per la ricerca della verità”.

L’appello, lanciato ieri, chiedeva proprio di fare luce sull’assassinio di La Torre (della sua figura  e degli strani contorni della sua morte vi abbiamo parlato qui), anche se, a nostro parere, si concentra troppo su scenari internazionali, e poco su quello che succedeva proprio intorno a La Torre, in quegli anni in cui dirigeva il Pci in Sicilia. In ogni caso, ecco cosa scrivono a Grasso i firmatari dell’appello:

“Le sentenze definitive frutto del prezioso lavoro di capaci magistrati, hanno individuato esecutori materiali e mandanti, ma ancora oscure rimangono le ragioni dell’omicidio di La Torre, unico parlamentare in carica al momento della sua uccisione. Interessi oscuri, cointeressenze mafiose e patti scellerati sono stati ipotizzati da numerosi storici ed analisti politici. Proprio nel 1982 la battaglia – si legge nell’appello- contro Cosa Nostra di Pio La Torre si concretizzava in una straordinaria iniziativa politica volta alla creazione di un vastissimo movimento popolare che aveva l’obiettivo concreto di impedire l’installazione dei missili nucleari americani a Comiso. In questa battaglia La Torre spese, senza risparmio, tutto se stesso arricchendo il suo impegno antimafia di uno specifico connotato di internazionalità che lo ha reso unico ed assolutamente particolare: la lotta contro Cosa Nostra di La Torre si intersecava con i destini del mondo assumendo così una dimensione geo-politica ormai decisamente conoscibile a più di trent’anni dalla sua morte”.

“E’ assolutamente impensabile che l’uccisione del dirigente comunista, quindi, possa essere considerata un affaire solamente siciliano. E’ incredibile che scorci di verità non possano, adesso, venire da chi in quegli anni aveva il compito di vigliare sulla difesa di interessi nazionali dell’Italia o di quei paesi più direttamente interessati a cominciare dagli Stati Uniti d’America”.

I firmatari dell’appello a Grasso:

Colayanni Luigi, già segretario regionale del PCI
Bottari Angela, già segretaria regionale PDS
Capodicasa, già segretario regionale PDS
Claudio Fava
Russo Tonino, già segretario regionale DS
Ajovalasit Valeria, presidente nazionale Arci Donna
Azzolini Mario, giornalista RAI
Caleca Antonino, avvocato penalista
Carnevale Dario, editore
Costantino Salvatore, docente universitario
Messana Francesca, biologa
Sanfilippo Elio, presidente Legacoop Sicilia

 

Pio La Torre, una vita contro la mafia
Pio La Torre e la lotta alla mafia che non c’è più

 

Redazione

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