Timido imbarazzo in questi giorni tra i dipendenti comunali e i consiglieri della settima circoscrizione. Dopo l’omicidio di Franco Mazzè ecco che affiorano dei dubbi in merito alla legittimità di occupare la poltrona per Antonino Giambona, consigliere di Forza Italia conosciuto in zona come U ciripì.
Nella ricostruzione del Gip del tribunale di Palermo, la mattina della domenica delle Palme, giorno in cui veniva freddato il pregiudicato dello zen, proprio Franco Mazzè insieme al nipote Michele Moceo, si erano recati nella sala scommesse del consigliere in cerca di Fabio Chianchiano (ad oggi in carcere in quanto indagato dell’omicidio). Il consigliere, mostratosi ostile nei confronti dei due, è stato colpito al volto. U ciripì, a seguito dell’omicidio, racconterà agli investigatori che l’ecchimosi al viso è dovuta a causa di una brusca caduta involontaria. Ma il video della sorveglianza e i racconti davanti al gip da parte di Moceo – che ha ammesso di aver sferrato un cazzotto al consigliere – dicono invece il contrari .
Il giorno di festa che preannuncia la Pasqua, lo Zen è stato protagonista di liti, discussioni accese, forse per interessi contrastanti per il traffico di droga tra la famiglia dei Mazzè e gli uomini di Chianchiano. Quella domenica però ha un finale tragico: viene ucciso un uomo. Continuano le indagini sull’omicidio Mazzè da parte degli investigatori. Sembrerebbe che oltre agli indagati ad oggi in carcere, Stefano Biondo e Fabio Chianchiano, ci sia un terzo complice.
Intanto in via Eleonora Duse, sede della VII circoscrizione, sottovoce si pongono le seguenti domande: perché Mazzè chiede al consigliere Giambona dove si trovava il pregiudicato Chianchiano? «Al momento ancora non ci siamo incontrati in circoscrizione», racconta a MeridioNews il presidente della settima circoscrizione Pietro Gottuso – È chiaro che il consiglio, insieme a Giambona, dovrà affrontare questa vicenda. Anche in base ai risvolti delle indagini, si dovranno adottare le eventuali opportune misure».
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