Ergastolo con due mesi di isolamento diurno. È questa la condanna che è stata stabilita, in primo grado, per il 26enne Francesco Guardo, ritenuto l’autore dell’omicidio di Carmelo Platania, morto a 34 anni di fronte alla discoteca Mama sea, sul lungomare di Aci Castello. La sentenza, pesantissima, è stata emessa pochi minuti dopo le 15.30 di oggi e pone fine, almeno in questa fase processuale, a una vicenda che ha segnato l’estate del 2016 all’ombra dell’Etna. Guardo è stato ritenuto colpevole di tutte le accuse che gli sono state contestate dalla procura di Catania, tra le quali l’omicidio e la calunnia. Quest’ultimo capo d’imputazione formulato dopo che il giovane, originario di Mascalucia, aveva accusato del delitto un amico che era con lui in discoteca. E che adesso, secondo il tribunale di Catania, dovrà essere risarcito.
Il fatto è avvenuto nella notte tra il 6 e il 7 luglio 2016 in via Antonello da Messina, ad Aci Castello. Nel corso di una serata in discoteca – al Mama sea, appunto – Francesco Guardo, Platania e un amico di quest’ultimo avrebbero avuto una discussione banale, legata ad apprezzamenti fatti a una ragazza. Il clima si sarebbe acceso in fretta e all’uscita dal locale notturno il 34enne e il suo conoscente (32enne) sono stati travolti da una Peugeot 1007 nera. Carmelo Platania è rimasto incastrato tra le lamiere ed è stato trascinato sull’asfalto per oltre 500 metri. Il suo conoscente, più giovane, se l’è cavata invece con una frattura al bacino. L’automobile incriminata è stata ritrovata carbonizzata in territorio di Nicolosi la mattina seguente.
Secondo i militari sarebbe stato lo stesso Guardo a incendiarla nel tentativo di nascondere le prove di quanto successo. Poche ore dopo lo stesso giovane è andato, poi, alla caserma dei carabinieri di Mascalucia per denunciare il furto della vettura, dichiarando che quest’ultima – intestata a una sua società di autonoleggio – gli era stata rubata ad Aci Castello la sera del 6 luglio. Venti giorni dopo i fatti, Carmelo Platania è morto alle 3.30 del mattino nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Cannizzaro di Catania.
Tra 90 giorni saranno depositate le motivazioni della sentenza emessa oggi. Francesco Guardo è stato condannato, inoltre, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e alla libertà vigilata per tre anni (nel caso di eventuali sconti di pena), oltre che al risarcimento del danno nei confronti della parte civile. Quest’ultima questione, però, non riguarda la famiglia della vittima: la madre, la moglie e le due figlie sono state risarcite dalla compagnia assicurativa nel corso del dibattimento.
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