L’omicidio nel quartiere Cep, risolto dopo qualche giorno, ha come movente fatti di droga che rappresentano un allarme sociale. Un dato su cui il questore di Palermo, Renato Cortese, fornisce la sua analisi, nel corso del tradizionale scambio di auguri con i giornalisti: «Se c’è una notevole presenza di spacciatori è perché c’è una grande richiesta di stupefacenti da parte di tutte le categorie sociali e professionali».
E poi aggiunge: «Noi facciamo il nostro dovere arrestandone quotidianamente e sgominando anche i grandi affari legati al narcotraffico. Ma non voglio addentrarmi troppo in un ambito che non è il nostro anche per non fare polemiche. Il nostro compito è quello di tutelare l’ordine pubblico, la sicurezza e la prevenzione ma – spiega – è un allarme sociale che non può essere risolto solo con la repressione delle forze di polizia». Per quanto riguarda l’omicidio compiuto al Cep, «ha dietro motivazioni legate al piccolo spaccio e il movente è assolutamente futile. Quello che preoccupa, però, è che dietro a qualsiasi delitto c’è sullo sfondo un disagio – afferma Cortese – Palermo rimane ancora una città con luci e ombre, con le problematiche che tutti conosciamo, che viene da un passato assai turbolento, da dinamiche mafiose che fino a 15 anni fa l’hanno insanguinata. Noi siamo pronti a vedere in positivo il bello che sta emergendo sempre di più, ma ciò non toglie – conclude il questore – che ci sono sempre ombre e contraddizioni che permangono».
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