Cronaca

Omicidio Catania, trovato l’81enne che ha sparato. I vicini: «Non il primo litigio, ma siamo increduli»

«Un ragazzo veramente perbene». È così che un vicino di casa descrive Samuele Giuseppe Nizzari, il 46enne che nel pomeriggio di oggi è stato ucciso a colpi di arma da fuoco da un vicino di garage 81enne, Camillo Bonaccorsi, davanti allo stabile al civico 93 di via Carrubella nella zona di San Giovanni Galermo a Catania. Quattro colpi esplosi con un’arma regolarmente detenuta. Di questi, due avrebbero colpito la vittima – che lascia la moglie e due figli – alle costole e alla testa. L’anziano, poi scappato, è stato rintracciato dalla squadra mobile a Pedara, nella casa dove abita. Nello stesso condominio di Nizzari, invece, Bonaccorsi aveva un box, proprio accanto a quello della vittima. E, secondo quanto riferito da diversi abitanti della zona, già al centro di discussioni tra i due in passato.

Anni non sempre semplici per Nizzari che, nel settembre del 2017, era stato arrestato e trasferito nel carcere di piazza Lanza a Catania, con l’accusa di detenzione di droga ai fini di spaccio. Controllato durante una retata in via Capo Passero – vicina al luogo dell’omicidio -, una perquisizione successiva aveva permesso ai poliziotti di trovare in suo possesso cinque chili di erba, oltre ai materiali utilizzati per confezionare le stecchette. «Qui nel quartiere lo conoscevamo tutti. Noi siamo proprio cresciuti insieme – commenta ai microfoni del gruppo Rmb uno dei vicini – Nessuno si sarebbe aspettato una cosa del genere. Siamo ancora tutti sbalorditi».

In maglietta, pantaloncini e con le ciabatte infradito ai piedi. Doveva essere comodamente a casa Nizzari quando è sceso giù in strada ed è scoppiata la lite, culminata con gli spari. Gli operatori dell’ambulanza hanno provato a rianimarlo ma per il 46enne non c’è stato nulla da fare. «Aveva un carattere scherzoso e allegro, la battuta sempre pronta. Io lo conoscevo da una vita e mi dispiace molto – commenta un uomo che abita in zona – Cose così incredibili e brutali non dovrebbero succedere mai a nessuno».

Claudia Campese

Giornalista Professionista dal 2011.

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