Dopo due mesi di indagini, l’autopsia sul corpo di Pamela Canzonieri – la 39enne ragusana trovata cadavere il 17 novembre all’interno del proprio appartamento di Morro de Sao Paolo, in Brasile – non è stata ancora effettuata. Il cadavere rimane dentro una delle celle frigorifere dell’ospedale di Ragusa. Il motivo sta nel nulla osta che dovrebbe arrivare dal paese sudamericano e che invece non è stato ancora fatto pervenire alla magistratura italiana. A occuparsi dell’esame sarà Giuseppe Iuvara. All’origine del ritardo ci sarebbe – come riportato da Ansa – il fatto che «l’autore del delitto, il brasiliano Antonio Patricio dos Santos, che ha confessato ed è rinchiuso in carcere, potrebbe opporsi». A rettificare l’informazione è il capo della Procura di Ragusa, Carmelo Petralia. «Per effettuare una perizia autoptica è necessario darne avviso all’indagato, come previsto dall’articolo 360 del codice di procedura penale – dichiara a MeridioNews -. Poiché si trova in carcere in Brasile, serve una rogatoria internazionale che ha tempi lunghi. Prevediamo di poter avere tutto entro febbraio.».
Già nei giorni successivi all’omicidio, l’ipotesi principale sulle cause della morte era lo strangolamento compiuto con le mani. A dirlo sono stati i medici legali brasiliani, che hanno effettuato un primo esame autoptico. «Sappiamo che è stata sorpresa in casa e che non si sono segni di effrazione», aveva detto il commissario titolare dell’indagine.
A ricostruire l’accaduto, d’altronde, era stato lo stesso Dos Santos che agli investigatori ha dichiarato di aver incontrato la vittima per strada e di essere andato con lei fino alla sua abitazione. L’uomo avrebbe inoltre ammesso di aver assunto, poco prima di uccidere Canzonieri, un’importante quantità di cocaina. Il brasiliano, che avevagià precedenti per spaccio di sostanze stupefacenti, avrebbe agito dopo un rifiuto della donna.
Finché la seconda autopsia non verrà svolta, la tumulazione del corpo non potrà avvenire. La vicenda di Canzonieri a novembre aveva scosso la comunità ragusana. In un primo momento, era stata la stessa famiglia della vittima era stata critica con le autorità italiane, per i ritardi nelle comunicazioni su quanto stava accadendo in Brasile, nell’attesa che la salma rientrasse in Italia. Una fiaccolata in ricordo della 39enne si era tenuta nel capoluogo ibleo, con la partecipazione di circa 500 persone.
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