Una discussione per una ragazza contesa iniziata male e finita peggio. Sarebbe questo il movente dell’omicidio di Enzo Valenti, 21 anni, ucciso con un colpo di pistola, la notte del 20 dicembre scorso in piazza Palestro. L’autore del delitto è il 18enne Danilo Guzzetta. Il giovane si è costituito, accompagnato dal suo avvocato, alle forze dell’ordine confessando tutto già due giorni dopo il fatto di sangue, ma la notizia è trapelata soltanto in queste ore. Guzzetta subito dopo il delitto si sarebbe reso irreperibile e avrebbe azzerato i suoi contatti, compreso l’utilizzo dello smartphone, fino alla decisione di recarsi in procura per ammettere le proprie responsabilità. Adesso dovrà rispondere del reato di omicidio aggravato dai futili motivi e anche di quello di detenzione e porto illegale di arma da fuoco.
Per Valenti erano stati inutili i tentativi di salvargli la vita. Il 21enne era arrivato in condizioni molto gravi all’ospedale Vittorio Emanuele di via Plebiscito, morendo circa un’ora dopo il ricovero. Nei locali del nosocomio, fin da subito, si erano radunati parenti e amici. Tra lacrime e urla di dolore la notizia della sua morte aveva fatto rapidamente il giro del quartiere. Già dalle prime ore la pista battuta dagli investigatori della squadra mobile era stata quella legata a questioni di cuore e al nome di Guzzetta. Mentre erano stati esclusi i possibili collegamenti con il panorama locale della criminalità organizzata. Nonostante i vecchi problemi con la giustizia del padre della vittima, in passato arrestato nell’ambito dell’operazione antimafia Atlantide, perché accusato di essere vicino alla cosca dei Pillera-Puntina.
Il colpo di pistola che ha ucciso il 21enne lo aveva colpito al braccio, raggiungendo in maniera fatale l’addome. Secondo quanto comunicato dalle forze dell’ordine Guzzetta avrebbe intrapreso una relazione con una ragazza in passato legata a Valenti. I due, proprio per questo motivo, la sera del 20 dicembre avrebbero iniziato a discutere sotto l’abitazione del 18enne, dandosi successivamente appuntamento al Fortino, nei pressi di via Palermo, luogo dove poi si è consumato il delitto davanti ad altre persone. Come confermato da fonti giudiziarie il padre del reo confesso è stato arrestato a luglio del 2014 con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti. Angelo Guzzetta, questo il nome del genitore, si sarebbe occupato, per conto del clan Capello, di spaccio di droga al civico 16 del viale Moncada, nel quartiere periferico Librino.
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