Dalle parole ai fatti. La data da segnare in rosso nel calendario è quella del 16 settembre prossimo. Giorno in cui, nei locali del dipartimento regionale Acqua e rifiuti, a Palermo, si terrà la prima conferenza dei servizi sul procedimento di riesame dell’Aia, cioè l’autorizzazione integrata ambientale, della discarica Oikos di Motta Sant’Anastasia. Un documento chiave per il contestato impianto di smaltimento dei rifiuti in contrada Valanghe d’inverno, non distante da Misterbianco. Sotto la lente d’ingrandimento di questa intrigata vicenda ci sono le procedure adottate per arrivare all’autorizzazione del 2009, poi rinnovata nell’agosto 2019. L’incartamento arriva sui tavoli degli uffici di viale Campania dopo la decisione del tribunale amministrativo regionale, lo stesso che però aveva però rigettato la sospensione dell’autorizzazione.
Il complesso per i rifiuti non pericolosi nel territorio di Motta Sant’Anastasia rappresenta una sorta di proseguimento di quello in contrada Tiritì, nel territorio di Misterbianco, chiuso nel 2013 perché esaurito. Tra i passaggi chiavi della conferenza dei servizi ci sarà certamente la relazione tecnica presentata da Oikos. Un documento lungo 50 pagine con diverse schede allegate. Nel testo vengono passati in rassegna il ciclo produttivo e i criteri gestionali. Nel 2009, anno dell’autorizzazione, la volumetria totale autorizzata era pari a due milioni e mezzo di metri cubi. «I rifiuti conferiti – si legge nel documento – dall’inizio degli abbancamenti (maggio 2013) ad aprile 2020 risultano pari a un milione e ottocentomila metri cubi». Il sito di Valagne d’inverno avrebbe quindi una capacità residua di 724mila metri cubi di spazzatura.
Nella relazione tecnica Oikos sottolinea pure «di avere in progetto la realizzazione di un nuovo complesso impiantistico che sorgerà presso un sito alternativo rispetto a quello presso il quale ricadono attualmente gli impianti di proprietà di Oikos». Il progetto della nuova piattaforma, come anticipato nei mesi scorsi, secondo le intenzioni della società dovrebbe sorgere tra i territori di Centuripe e Catenanuova, in provincia di Enna. A mettere in discussione il provvedimento che autorizza l’esercizio della discarica ha contribuito l’inchiesta Terra mia, la stessa che ha portato alla condanna in primo grado per corruzione di Domenico Proto, patron di Oikos, e di Gianfranco Cannova, funzionario regionale del dipartimento rifiuti. Un presunto connubio criminale che ha gettato pesanti ombre sulle autorizzazioni ricevute da Oikos.
Ad aprile scorso, con le motivazioni già depositate, era stato l’allora dirigente generale Salvo Cocina ad annunciare la volontà della Regione di riesaminare quelle autorizzazioni. Della discarica e di Oikos si è occupata anche la commissione regionale antimafia presieduta da Claudio Fava. Emersi i dettagli delle motivazioni che hanno portato alla condanna di primo grado Fava aveva chiesto alla Regione di sospendere le autorizzazioni.
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