«Siamo in 120, lasciati in mezzo alla strada a Vibo Valentia, anzi no, a Sant’Onofrio». Sono le 11.30 di sabato 21 dicembre. Da circa tre ore l’autobus di Flixbus partito da Milano il pomeriggio del giorno prima sarebbe dovuto essere a Catania, meta finale del viaggio. E invece i passeggeri si ritrovano a bordo strada, in un paesino della Calabria, in un clima di ovvia agitazione e rabbia, contenuta a fatica dall’arrivo dei carabinieri.
«Non siamo partiti in orario, su un autobus che non è di Flixbus ma di quinta categoria, abbiamo accumulato tre ore di ritardo e gli autisti hanno superato il loro monte ore. Risultato? Stamattina si sono fermati a Vibo Valentia e ci hanno lasciato qui». Carla è una giovane della provincia di Catania che da undici anni vive e lavora a Milano insieme al marito. Ha comprato il biglietto di Flixbus a fine ottobre: 120 euro per tornare a casa a ridosso delle feste, con posto prenotato. «L’areo che costava meno era 440 euro andata e ritorno, improponibile», precisa, giusto per ricordare in quale contesto si inserisce la sua personale odissea, in attesa che tariffe sociali e continuità territoriale vedano la luce.
Partenza fissata alle 14.05 da Milano. «Invece di un mezzo Flixbus con le caratteristiche descritte dal biglietto, ci siamo ritrovati due autobus che assomigliano a quelli con cui facevo le gite alle scuole medie – racconta a MeridioNews – stretti, scomodi, senza wi-fi e senza prese elettriche. Nonostante lo sconforto, siamo partiti». Rotolando verso Sud lungo l’autostrada, incontrano diversi rallentamenti, soprattutto in zona Firenze, finendo per accumulare un ritardo di tre ore già a metà del viaggio. A quel punto, stando al racconto di Carla, l’autista chiama un suo referente e dice che non potranno completare il viaggio perché stanno per superare il monte ore previsto dal contratto e dalla legge. «Anziché due autisti ne sarebbero serviti tre vista la lunghezza del percorso», sottolinea la giovane catanese. Ma quello che Carla fa ancora fatica a credere è la risposta che il referente di Flixbus avrebbe dato all’autista: «Gli ha detto di scaricarci a Roma e di prendere un treno per continuare, l’ho sentito con le mie orecchie, alle tre di notte del 20 dicembre, quando tutti i treni che vanno in Sicilia sono pieni da settimane. Poi ci avrebbero rimborsato il biglietto e via».
Sui due autobus ci sono giovani, ma anche anziani, alcuni partiti addirittura dalla Germania, con destinazione Catania e Messina. Alle 8.30 di stamattina, all’orario in cui teoricamente si sarebbe dovuto raggiungere Catania, gli autisti hanno accostato e hanno fatto scendere i passeggeri su un’anomina strada di Vibo Valentia. «Per ore nessuno ci ha detto come avremmo dovuto proseguire – spiega Carla – siamo stati semplicemente abbandonati. Sono arrivati i carabinieri, ci hanno spiegato che potevamo presentare denuncia visto che si può configurare il reato di interruzione di servizio. Molti hanno cominciato a urlare, ad andare fuori di testa».
Dopo circa due ore, intorno alle 10.30, è arrivato un autobus di una ditta locale che ha caricato 66 passeggeri e ha proseguito il viaggio verso la Sicilia. Un’altra cinquantina di persone è ancora lì, su un marciapiede di Sant’Onofrio in attesa di ripartire e con una sola parola sulle labbra: «Vergogna».
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