Nuovo ‘cappio’ dell’UE all’Italia

A “taci maciu”, “zittu tu e zittu iu”, per i non siciliani nel silenzio più totale della stampa e del dibattito pubblico, al Parlamento nazionale è in corso di valutazione l’autorizzazione alla ratifica del trattato Mes (o, in sigla europea Esm), cioè il Meccanismo europeo di stabilità mediante il quale si intende garantire la stabilità finanziaria della zona euro. In termini più correnti, il trattato Mes inteso come fondo ‘salva-Stati’. Cosa prevede questo documento? Che il ‘fondo’ sia gestito da un’organizzazione intergovernativa in cui i 17 Paesi europei dell’eurozona partecipano in qualità di soci e di potenziali debitori. Gli Stati che aderiscono si impegnano a versare le quote sottoscritte “incondizionatamente ed irrevocabilmente”.

Può un Parlamento di ‘nominati’ approvare un trattato così importante, che tocca il futuro di tutti gli italiani? Secondo noi, no. Prima bisognerebbe cambiare la legge elettorale, dare modo agli italia di scegliersi i propri rappresentanti alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica (per ora, grazie all’attuale legge elettorale detta ‘Porcellum’ sono le segreteria romane che scelgono i deputati nazionali e i senatori), informare la popolazione e poi, dopo il dibattito pubblico, prendere le decisioni democraticamente.

Noi stiamo solo chiedendo il rispetto della Costituzione italiana entrata in vigore l’1 gennaio 1948. E’ chiedere troppo? Non ci sembra. Siamo convinti che i segretari dei tre partiti che appoggiano il Governo Monti – Bersani (Pd), Alfano (Pdl) e Casini (Udc) saranno d’accodo con noi. Così come saranno d’accordo con noi le alte forze politiche.

Tornando a questo trattato Mes, va detto che lo Stato che intende chiedere un prestito al ‘fondo’ si obbliga a sottostare a “rigorose condizionalità” che rischiano di coincidere con le politiche di austerità che il trio formato dall’Unione europea, dalla Banca centrale europea (Bce) e dal Fondo monetario internazionale (Fmi), ovvero la Troika, ha imposto alla Grecia, gettando il Paese nell’assoluta ingovernabilità, come dimostrano le recenti vicende della nazione ellenica che dovrà affrontare le delicate elezioni del 17 giugno. I risultati della competizione politica sono di estrema importanza per i Paesi coinvolti nella ratifica del trattato in quanto il leader della sinistra radicale, Tsipras, ha fatto sapere che se riuscirà ad andare al governo rimetterà in discussione i piani di austerità dettati dalla Troika in cambio della concessione di prestiti. Ciò metterebbe in discussione il “potere” dei “grandi” dell’Europa e la logica “piani di finanziamento/cessione di sovranità” che sembra caratterizzare l’ingresso del Mes.

Alcuni consiglieri della regione Toscana hanno preso posizione contro questo trattato per la ragione che la formula, contenuta nello stesso trattato, determina, di fatto, la cessione di sovranità nazionale in favore di apparati finanziari internazionali che sappiamo benissimo con quale logica si muovono e quali danni hanno provocato all’economia mondiale. E’ una logica perversa che ricalca la linea già passata con l’obbligo costituzionale del pareggio di bilancio imposto alle nazioni europee per volere della Cancelliera Angela Merkel e della Bundesbank.

Ispiratrice dell’iniziativa, l’economista di Wall Street Italia, Lidia Undiemi, che, praticamente da sola, ha dato inizio ad una campagna informativa sull’Esm a partire “dal basso”, dai cittadini e dai siti internet di informazione.

Le condizioni capestro non si fermano qui. Il Mes può godere di “esenzioni e condoni fiscali” nonché di “immunità di giurisdizione”, cioè il ‘Meccanismo’ non è responsabile di nulla nell’esercizio delle sue funzioni e lo stesso trattamento viene riservato a coloro che lo rappresentano. E’ altresì prevista la inviolabilità degli atti ufficiali della gestione del ‘fondo’.

Fin qui le notizie. Vorremmo conoscere sulla questione le opinioni delle forze politiche e delle forze sociali e culturali. Forse ci ripetiamo, ma ripetersi, su tali argomenti, fa bene: com’è possibile che questioni di tanta rilevanza passino sotto silenzio, in modo omertoso, senza che la pubblica opinione possa esprimersi sul merito delle pesanti condizioni che, con ogni probabilità, in futuro è chiamata a pagare subendo le condizioni alle quali a sua insaputa è stata vincolata ed obbligata. Ma in quale sub-democrazia stiamo degradando?

Sveglia, dunque. Facciamoci sentire, prima di precipitare nel caos e nell’ingovernabilità! Grecia docet.

A sinistra fto di Lidia Undiemi tratta da lidiaundiemi.it

 

Riccardo Gueci

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