«Autodeterminazione dei popoli». «Città come locomotive dello sviluppo». «Voto plebiscitario al referendum». Sono questi gli slogan che hanno colorato di tinte risorgimentali la conferenza stampa con cui tre Comuni siciliani hanno annunciato la loro volontà di aderire al Libero consorzio della città metropolitana di Catania. Gli enti – che attendono le delibere di approvazione definitiva dell’iter da parte dei rispettivi Consigli comunali – sono Gela, Piazza Armerina e Niscemi. A rappresentarli nella sala Giunta di palazzo degli Elefanti i relativi primi cittadini Domenico Messinese (M5s), Filippo Miroddi (Centro) e il socialista Francesco La Rosa. Presenti anche i portavoce dei rispettivi comitati pro-consorzio Filippo Franzone, Salvatore Murella e Luigi Gualato.
«Nelle città interessate si sono svolti dei referendum in cui oltre il 90 per cento della popolazione ha votato sì all’ingresso del proprio Comune nel Libero consorzio della città metropolitana di Catania», afferma in apertura il sindaco del capoluogo etneo Enzo Bianco. Che non si lascia andare «a dichiarazioni di tipo politico sul tema – spiega – mi mantengo sull’importanza istituzionale di questa giornata». «I Consigli comunali dovranno confermare il voto dei cittadini e, se così sarà, tutti quanti avremo una grande opportunità di cambiamento», continua Bianco. Il cui discorso si concentra poi sui numeri. «Avremo un distretto di 120mila cittadini che faranno della città metropolitana di Catania una delle aree economiche più dinamiche d’Italia. Le stime – prosegue il sindaco – affermano che superiamo in numeri città come Venezia, Firenze, Bologna e Genova».
L’idea «di inserire le città metropolitane tra le entità che compongono la repubblica italiana l’ho avanzata io stesso in qualità di presidente dell’Associazione nazionale comuni italiani», si inorgoglisce Bianco. Che ai ritardi registrati nell’iter di creazione del distretto metropolitano etneo assegna solo poche parole: «Altre città hanno già approvato il relativo statuto, cercheremo di recuperare. Nel frattempo Messinese, Miroddi e La Rosa esprimono uno dopo l’altro la loro soddisfazione per «un’opportunità di crescita in un periodo storico molto difficile», dice il sindaco di Gela. Mentre il portavoce del comitato cittadino suo conterraneo aggiunge: «Siamo sempre stati inclusi in un territorio a noi estraneo, noi stiamo con Catania». Sulla stessa lunghezza d’onda è l’intervento del referente del comitato di Piazza Armerina: «Abbiamo combattuto con le parole una guerra per tornare a casa a Catania». Uniti, ripetono più volte, «con l’obiettivo di contare di più a Palermo, a Roma e in Europa», conclude Bianco. Senza «smantellamenti di uffici territoriali nelle zone interessate».
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